Un Papa argentino per fronteggiare l’avanzata protestante

È passato più di un mese da quel 13 marzo 2013 che sancì l’ascesa di un argentino al ruolo di Papa della Chiesa Cattolica: Papa Francesco primo vescovo del Nuovo Mondo ad essere investito di una delle più alte ed influenti cariche religiose (ma anche politiche) dell’intero globo.
Partendo dal presupposto che anche il Vaticano nasconde una propria strategia geopolitica, ma ancor più una strategia volta a far persistere la propria autorità nel tempo, possiamo ottenere anche una breve lettura dei due predecessori di Papa Francesco per poi cercare di capire, dal punto di vista geopolitico, la valenza del’investitura di quest’ultimo quale pontefice della Santa Chiesa Romana.
Nel 1978 venne nominato Papa Giovanni Paolo II, Papa polacco in piena Guerra Fredda. Questa nomina sanciva di fatto lo schieramento della Santa Sede con il blocco Occidentali in difesa dei valori democratici da contrapporre all’avanzata dell’ideologia comunista. La nomina è leggibile quale argine spirituale ad est all’avanzata dell’ideologia comunista verso l’Europa. Giovanni Paolo II fu Papa carismatico e attivo nel suo percorso pastorale tanto da essere parte attiva di un processo tendente all’unipolarismo Occidentale (di matrice statunitense): viaggio a Cuba, incontro con Pinochet, e varie altre manovre "spirituali" volte a consolidare il legame tra occidente e religione cattolica in un percorso parallelo e interattivo.
Nel 2005 venne eletto Papa Benedetto XVI. Origini tedesche di un Papa destinato a guidare la Chiesa in un periodo di riassestamento: conservatore dei principi cardine della Chiesa Cattolica ed un mite gestore di un "impero spirituale" fortemente minato da lotte interne per il potere. Negli ultimi anni tali problematiche sono sfociate in diversi scandali: fughe di informazioni segrete, "scandali" finanziari, pedofilia, ecc… Tutto ciò ha spinto Papa Benedetto XVI a "dimettersi" in quanto la Chiesa aveva perso il suo alone di perfezione spirituale ed iniziava ad essere percepita come un vertice di potere come tanti altri appartenenti al mondo politico, economico e/o finanziario.
Tempo di riforme quindi, tempo di recuperare il prestigio secolare di un centro di potere imprescindibile per il consolidamento di altri ben più materiali, ma non così lontani come può sembrare. Papa Francesco ha molti compiti a cui ottemperare durante il suo mandato:
– Ripulire la Chiesa dagli scandali degli ultimi anni di modo da avvicinare nuovamente questa ai fedeli. Ristabilire la visione "spirituale" del clero e della sua struttura diramata nel mondo;
– Ricollocare la finanza vaticana nell’anonimato;
– Arginare l’avanzata di altri credi che, proprio nella "crisi spirituale" trovano terreno fertile per accrescere i propri consensi.
Proprio su quest’ultimo punto ha maggiore rilievo la nomina di un Papa argentino. Tra le religioni "antagoniste" della Chiesa Cattolica, una delle "meno tollerate" è quella protestante che proprio in America Latina sta ottenendo sempre più consensi. Ed è l’America Latina uno dei continenti che per vari motivi è in ascesa economica in questo XXI secolo: Brasile e Argentina guidano un processo di emancipazione politico-economico che merita attenzione e che coinvolge (non omogeneamente) l’intero subcontinente. L’America del Sud dalla seconda metà del ‘500 ad oggi ha sempre vissuto un legame profondo con la religione cattolica. All’inizio la legittimità coloniale avveniva mediante uno stretto sodalizio tra Borboni e Chiesa Cattolica. Era la Chiesa a riconoscere la sovranità spagnola nel nuovo continente. Di contro gli spagnoli dovevano favori con la conquista, la diffusione della religione cattolica tra le popolazioni indigene. Lo stesso Simon Bolivar nel percorso di indipendenza dell’America Latina dal dominio spagnolo, fu ben attento nel non incrinare i rapporti con il Regno Papale, di modo che da questo venisse la legittimazione dell’indipendenza. Si osserva dall’800 in poi il consolidamento di una Chiesa Cattolica che, pur essendo parte integrante del Vaticano Romano, da questo si differenzia per una forte interazione con il popolo ed i movimenti socio-politici in atto. Tanto che durante tutta la storia dell’America Latina diverse figure religiose assumono un ruolo importante, ben oltre il mero ruolo di guida spirituale: da Camillo Torres (1929-1966) a Fernando Lugo (ex presidente del Paraguay) troviamo svariati esempi di religiosi che sono diventati parte integrante dei movimenti rivoluzionari e/o politici del continente. Quindi se ne deduce che al di là dell’oceano "il funzionari religioso" è parte integrante se non il protagonista del popolo e della sua evoluzione in tutte le sue sfaccettature (non solo quindi per la spiritualità).
Proprio tale approccio serve oggi per una riqualificazione della Religione Cattolica nel suo centro di potere (il Vaticano) e proprio un Papa di Buenos Aires può frenare la diffusione del protestantesimo in un continente in ascesa in ambito economico e politico e dove il legame tra Chiesa e società è più forte che in altre parti del globo.
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