Oceano Pacifico, una priorità a stelle e strisce

Leon Panetta affronta il suo primo viaggio in Asia da capo del Pentagono con in mente una priorità e una preoccupazione: l’Oceano Pacifico e la Cina. Secondo il segretario alla Difesa, negli ultimi anni "Pechino sta rapidamente modernizzando le sue forze armate con una preoccupante carenza di trasparenza che si affianca all’aumento di attività nei Mari Orientali e nel Mar della Cina Meridionale".
Quattro sono le sfide portate dalla Cina alla, finora, incontrastata supremazia militare americana sui mari asiatici: il lancio del prototipo del primo caccia-bombardiere stealth, il J-20; la realizzazione di missili anti-nave capaci di minacciare le portaerei della US Navy; l’inaugurazione della prima portaerei cinese, ristrutturando un vecchio modello ucraino; lo schieramento di 1.200 missili a corto raggio a ridosso delle coste di Taiwan.
Per questo motivo Panetta ha espresso la necessità strategica di non ridurre la presenza nella regione nonostante i previsti tagli di bilancio, al contrario: "Se nel Pacifico faremo qualcosa sarà rafforzarci. La cosa più importante da fare è proiettare le nostre forze nel Pacifico dispiegando le portaerei e le truppe per far capire alla Cina che proteggeremo i nostri diritti internazionali al fine di poterci muovere liberamente sugli Oceani".
Attualmente gli Stati Uniti mantengono 85mila uomini in Asia, di cui 47mila in Giappone e 28mila in Corea del Sud. Oltre che con Tokio e Seul, Washington ha intenzione di rafforzare i legami con l’Indonesia, meta del prossimo viaggio di Obama, a novembre.

Fonte: Maurizio Molinari, Washington sfida la Cina: "Il Pacifico è una priorità", La Stampa 25 ottobre 2011

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