Annunciate rivelazioni shock della AIEA. L’Iran va verso la bomba

Presentiamo la traduzione di un articolo pubblicato dal quotidiano francese Le Figaro, nella versione anticipata dalla pagina web del giornale parigino, che annuncia clamorose rivelazioni sul nucleare iraniano da parte dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica in quello che dovrebbe essere un dossier che verrà reso pubblico a Vienna il prossimo 17 novembre. Queste indiscrezioni, in parallelo con le notizie della settimana sul complotto iraniano ordito per uccidere l’ambasciatore saudita negli Stati Uniti, indicano una impressionante accelerazione nei rapporti internazionali che potrebbe portare a conseguenze non solo di ordine diplomatico. Come ripetono i vertici della dirigenza americana, «nessuna opzione viene esclusa».

L’Iran prepara una bomba nucleare
Isabelle Lasserre, Le Figaro on-line, 13 ottobre 2011

Prove alla mano, l’AIEA sta per denunciare senza ambiguità il carattere militare del programma nucleare di Teheran.

Si dovrebbe trattare del rapporto più duro e più completo mai scritto dall’Agenzia internazionale dell’Energia Atomica sullo stato di avanzamento del programma nucleare iraniano. Rimasta per anni ambigua, poi prudente, l’AIEA, in occasione del suo prossimo consiglio dei governatori, il 17 novembre a Vienna, si appresta, secondo informazioni ottenute da Le Figaro, a denunciare, prove alla mano, il carattere militare di questo programma che punta a dotare l’Iran della bomba. «Il rapporto sarà uno dei più importanti su questo tema», afferma uno specialista vicino al dossier.
A Parigi e nelle cancellerie inquiete per lo sviluppo della proliferazione nucleare, il carattere militare del programma iraniano è da molto tempo un segreto di Pulcinella, sostenuto da foto satellitari, rapporti di esperti o confessioni di dissidenti. Ma l’Agenzia dell’ONU, pur mostrandosi pubblicamente preoccupata dalle attività di arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, non l’aveva mai affermato così chiaramente come si appresta a farlo il mese prossimo. Perché ora?
Prima di tutto perché, malgrado le contestazioni politiche che hanno posto il regime sulla difensiva dal 2009, l’Iran persevera nella sua rapida marcia verso la bomba. Installazione di nuovi forni, creazione di centrifughe supplementari, perseguimento delle attività di arricchimento..
Niente di nuovo sotto il sole, diranno gli specialisti del dossier, alcuni dei quali stimano che l’AIEA avrebbe dovuto sbattere il pugno sul tavolo molto prima. Ma la partenza di Mohammed El Baradei, che ha lasciato la testa dell’Agenzia alla fine del 2009, avrebbe consentito libertà di parola agli specialisti e permesso l’arrivo di nuove squadre di ispettori, più professionali. L’ex direttore egiziano dell’AIEA è stato in effetti sospettato a lungo di minimizzare il programma nucleare iraniano, tentando di dissimularne taluni elementi.

Una corsa contro il tempo

Ma è anche il contesto diplomatico e geopolitico che spiega il mutamento di tono dell’AIEA. Nelle capitali occidentali ci si è persuasi che bisogna agire prima del 2012, anno di importanti appuntamenti elettorali.
A Mosca, innanzi tutto, dove il ritorno annunciato di Vladimir Putin alla presidenza potrebbe tradursi in un irrigidimento della posizione russa nei confronti dell’Occidente. Mentre si profilano tensioni al prossimo vertice della Nato di Chicago sulla difesa antimissile, il potere russo potrebbe essere tentato, si pensa nei circoli diplomatici, di giocare la carta iraniana per far valere le proprie posizioni.
A Washington, dove le difficoltà incontrate da Barack Obama potrebbero costringere il presidente americano a distogliersi momentaneamente da certi dossier internazionali per concentrarsi sulla scena interna.
A Parigi, dove l’eventualità di una sconfitta di Nicolas Sarkozy, che ha fatto del dossier iraniano una delle sue priorità internazionali, rischia di affievolire la determinazione della Francia nei confronti di Teheran.
A Pechino, infine, dove l’arrivo al potere della quinta generazione del Partito comunista cinese, in parallelo con le elezioni legislative e presidenziali di Taiwan, potrebbe fare scomparire il dossier iraniano dall’agenda.
A tutto ciò si aggiunge la convinzione di certi osservatori che le sanzioni internazionali prese contro Teheran cominciano ad avere i loro effetti benché le conseguenze economiche possano ancora essere camuffate dal potere.
Si tratta dunque di una corsa contro l’orologio intrapresa ormai da alcuni mesi dall’insieme delle capitali occidentali al fine di colpire il potere iraniano prima che sia troppo tardi e finché il contesto geopolitico lo permetterà.
Per raggiungere i loro scopi, le nazioni hanno fornito numerosi documenti relativi il programma nucleare iraniano all’AIEA. Esse spingono anche su nuove sanzioni, destinate a facilitare un eventuale collasso del regime. Ma se taluni esperti stimano poter essere ormai troppo tardi per impedire a Teheran di dotarsi della bomba, temono soprattutto che la nuclearizzazione dell’Iran possa avvenire sotto l’attuale regime. Sperano altresì di evitare che Israele possa decidere di lanciare attacchi preventivi contro le centrali iraniane, con tutte le pesanti conseguenze che una tale azione avrebbe sulla regione.

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