Né onore né gloria

Si apprende dalla stampa che il generale Petraeus sta facendo ripubblicare l’introvabile Les Centurions di Jean Lartéguy, tradotto a suo tempo in italiano col titolo Né onore né gloria. Ottimo libro, come quasi tutti quelli di Lartéguy, combattente della resistenza francese e quindi apprezzato giornalista. Autore di un Saigon, adieu e dello splendido Les Baladins de la Margeride, magari meno utile dal punto di vista militare, ma pregevole per capire gli anni cinquanta e sessanta in Europa.
Les Centurions (che è seguito da Les Pretoriens) è la storia di come i militari francesi vinsero militarmente la guerra d’Algeria, per poi essere scaricati da De Gaulle, uno che Le Fil de l’Epée non solo l’aveva scritto, ma lo sapeva anche usare. L’obiettivo della ripubblicazione in inglese è quello di far capire agli ufficiali americani come entrare nella pelle del drago, ovverosia come vincere una guerra non convenzionale entrando nella mentalità del nemico, fino a trovarne i punti di debolezza. In generale, com’è noto, v’è poi il problema di assicurarsi l’appoggio della popolazione civile.
L’attenzione degli USA sulla guerra d’Algeria è un fatto consolidato (si vedano le proiezioni de La battaglia di Algeri di Pontecorvo). D’altronde, che si sappia, quella guerra, insieme con la campagna contro i comunisti in Malesia da parte britannica, costituisce l’unica esperienza vittoriosa del cosiddetto Occidente in questo genere di conflitti.
Siccome gli USA sono riusciti a realizzare un unicum nella storia militare contemporanea, cioè combattere esattamente lo stesso tipo di guerra facendo esattamente gli stessi errori (guerra del Vietnam e campagne irachena e afgana), la traduzione appare tardiva ma opportuna.
E’ auspicabile che i militari statunitensi dedichino particolare attenzione alla pagina in cui si parla della morte del capitano Boisfeuras, le cui ultime parole ufficialmente sarebbero state "Viva la Francia", mentre in effetti disse: "la vita, che scherzo idiota".

Fonti:
Corriere della Sera
Lettura dell’o.o. di Lartéguy

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