Morto nelle carceri israeliane ex generale dei Pasdaran?

Ali Reza Asgari, ex generale della milizia militare dei Guardiani della Rivoluzione iraniani (Pasdaran), nonché vice-ministro della Difesa della Repubblica islamica. Scompare nel nulla da Istambul tra il 2006 e il 2007 e di lui non si saprà più nulla. Fino a questi giorni in cui rimbalza su alcuni organi di stampa la possibilità che Asgari sia morto in un carcere israeliano, forse suicida, forse giustiziato. Tali voci avvalorerebbero la tesi, rilanciata più volte dalle autorità iraniane, che Asgari fosse stato rapito dal Mossad.
Sul Corriere della Sera vengono riportate alcune segnalazioni. Lo scorso giugno, il sito del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, pubblicò per poche ore (l’articolo fu immediatamente cancellato su richiesta dello Shin Bet, i servizi segreti dello Stato ebraico), la strana notizia di un uomo misterioso incarcerato nelle prigioni di Ayalon, nella stessa cella che fu dell’assassino di Yitzhak Rabin: "È una persona senza un nome e senza un’identità, in quarantena totale, senza contatti con il mondo esterno: nessuno gli parla, nessuno lo va a trovare, nessuno sa che è in prigione […] Tutto quello che lo riguarda è segreto, non sappiamo quale crimine abbia commesso, se sia stato processato o come sia arrivato qui".
Nei giorni scorsi lo stesso sito di Yedioth Ahronoth proponeva, di nuovo per poche ore, un aggiornamento sul caso: "Un detenuto in isolamento nella prigione di Ayalon si è suicidato il 15 di dicembre, impiccandosi nella sua cella. A differenza che in casi precedenti, la direzione del carcere non ha fornito dettagli sull’identità dell’uomo".
Richard Silverstein, un blogger americano che ha indagato sulla identità di questo Mr.X, avrebbe avuto la conferma da una fonte vicina al ministro della Difesa israeliana Ehud Barack. Riporta il Corriere della Sera: "Nella sezione 15, sarebbe stato tenuto Ali Reza Asgari, generale in pensione della Guardia rivoluzionaria ed ex viceministro della Difesa iraniano, sparito dal suo albergo a Istanbul alla fine del 2006, poco dopo l’arrivo dalla Siria. Asgari sarebbe il detenuto morto il 15 di dicembre (anche se esiste un’incongruenza sull’età) e il blogger non crede alla versione del suicidio: il Mossad se ne sarebbe sbarazzato, dopo aver ottenuto da lui informazioni sull’esercito iraniano e gli armamenti di Hezbollah".
La radio-televisione iraniana Irib cita un’altra fonte, la Eurasia Review, che riporta la stessa notizia della morte nel carcere di Ayalon di Ali Reza Asgari. Secondo l’Irib, i media israeliani e americani avevano lasciato trapelare, qualche anno fa, l’ipotesi che Asgari avesse scelto di abbandonare il suo Paese per ricominciare una nuova vita nello stato americano della Virginia.
Per Mohammad Karim Abedi, deputato membro della commissione diritti umani del parlamento iraniano, "gli Stati Uniti ed il regime sionista sono responsabili della vita del signor Asgari. L’Iran fa appello al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu e chiede che venga fatta giustizia e che la condizione di Asgari venga riferita alla Repubblica Islamica".
Sempre secondo l’Irib, "tutt’ora in Israele, si dovrebbero trovare anche 4 diplomatici iraniani, lo staff dell’ambasciata iraniana a Beirut, sequestrati nel 1982 all’epoca dell’occupazione israeliana della capitale libanese".
In questi giorni in Iran sta destando impressione il caso, del tutto sconosciuto in occidente, di Shahrzad, una donna incarcerata da tre anni negli Stati Uniti perché associata ad un traffico illecito di strumenti militari (binocoli) verso Teheran. Secondo le autorità iraniane la donna sarebbe innocente, ingiustamente detenuta e sottoposta a torture. Le sue due figlie, le gemelle Melika e Melina, sono apparse sulla TV iraniana per lanciare un appello: "La vigilia del nuovo anno è un momento in cui le famiglie si riuniscono per festeggiare ed anche a noi sarebbe piaciuto fare lo stesso. Noi vogliamo nostra madre libera dal carcere affinchè possa festeggiare con noi il nuovo anno […] La nostra cara mamma è innocente e vogliamo che festeggi con noi. Chiediamo ai bambini di tutto il mondo di scrivere al signor Obama e chiedere la sua liberazione".

Fonti:
Davide Frattini, Lo strano suicidio del "Prigioniero X", Corriere della Sera, 30 dicembre 2010
IRIB – Redazione Iran Italia Radio

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