Cinquanta rabbini israeliani vietano l’affitto e la vendita di case ai non Ebrei

Secondo quanto riferiscono The Wall Street Journal e Haaretz, una cinquantina di capi rabbini hanno sottoscritto una nuova prescrizione religiosa che vieta agli ebrei in Israele di affittare case ai non ebrei: si tratta di un passo che segue un appello inizialmente presentato da 18 eminenti rabbini, tra i quali il rabbino capo di Safed, Shmuel Eliyahu, che sollevavano pubblicamente la questione, affermando che chiunque affitti il proprio appartamento ad un arabo sta commettendo peccato davanti a Dio ed ai suoi confratelli; che non è permesso agli arabi di affittare appartamenti entro comunità ebraiche anche fuori da Israele e che gli ebrei devono boicottare chiunque non si attenga a questa indicazione.
Nella lettera, pubblicata diversi mesi fa ma ripresa in ottobre, si sottolineava che affittare agli arabi avrebbe fatto scendere il valore delle case affittate così come di quelle dei vicini.
"Il loro [dei non ebrei] stile di vita è differente da quello degli ebrei. Tra di loro vi sono quelli che ci sono più ostili e che ci odiano e che si mescolano alle nostre vite per metterle in pericolo. (…) I vicini ed i conoscenti di quanti vendono o affittano ad un arabo devono prendere le distanze da costoro, evitare di fare affari con essi, negar loro il diritto di leggere la Torah ed isolarli in ogni modo finché non vadano via incontro al loro destino di peccatori", si legge fra l’altro nella lettera.
Molti di questi rabbini hanno il compito di fornire servizi religiosi alla comunità cui sono assegnati e percepiscono per questo uno stipendio dai comuni, ovverosia a spese del contribuente e parecchi provengono da Rishon Letzion, Ramat Hasharon, Hertzlia Kfar Sava e Hulon (tutti sobborghi di Tel Aviv), Gerusalemme, Ashdod, Kiryat Gat, Carmiel, Gadera, Afula, Nahariya, Herzliya, Pardes Hannahe e da altre città e insediamenti
La presa di posizione dei rabbini sta sollevando una notevole polemica in Israele, al punto che alcuni parlamentari hanno richiesto l’incriminazione dei religiosi in quanto dipendenti dello Stato e associazioni di diritti civili come la Association for Civil Rights in Israel (ACRI) hanno duramente preso posizione contro le affermazioni dei rabbini chiedendo che il governo adotti severi provvedimenti contro una posizione che ritengono di carattere razzista.
"Abbiamo lavorato per anni per strappare la terra di Israele dagli Arabi – risponde uno dei firmatari della decisione, Shlomo Aviner, rabbino capo di Bet El, insediamento ebraico in Cisgiordania, e ora gliela stiamo ridando indietro".

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