Gli Stati Uniti sollecitano il Giappone alla cooperazione militare con la Corea del Sud

L’ammiraglio Michael Mullen, la massima autorità militare statunitense, quale presidente del comitato dei Capi di Stato Maggiore (U.S. Joint Chiefs of Staff), ha proposto esercitazioni militari congiunte fra Usa, Corea del Sud e Giappone. Nel corso di incontri con alti funzionari del ministero della difesa giapponese, ha chiesto che il Giappone supporti la Corea del Sud nello sviluppare le proprie capacità militari.
Lo scorso venerdì i vice-ministri della difesa di Giappone e Corea del Sud hanno infatti discusso a Tokyo della crisi in atto con la Corea del Nord e dell’eventuale rafforzamento della cooperazione militare fra i due Paesi.
Lo stesso ammiraglio Mullen, durante un incontro con il gen. Ryoichi Oriki, capo di stato maggiore delle forze di difesa del Giappone, ha esplicitamente invitato Giappone e Corea del Sud a mettere da parte lo storico contrasto fra i due paesi, risalente all’occupazione giapponese del 1905, dopo la vittoria contro i Russi nella guerra russo-giapponese, quando il Giappone ottenne il protettorato sulla penisola, protrattosi fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Un portavoce del ministero della difesa giapponese ha tuttavia dichiarato che "prima che il Giappone prenda parte a esercitazioni congiunte con la Corea del Sud, si dovranno attentamente considerare le modalità e la natura di questa partecipazione" dal momento che per il Giappone sarebbe cosa ben diversa dalle esercitazioni con gli Usa, che sono un loro alleato; ha anche aggiunto che la costituzione del paese, che ripudia la guerra, limita l’attività delle sue forze armate esclusivamente all’auto-difesa.
"Non dobbiamo lasciare che il passato intralci il futuro", aveva invece dichiarato Mullen, aggiungendo in altri incontri pubblici e privati che, pur essendo consapevole dei problemi storici e dei limiti che la costituzione giapponese pone agli impegni militari con la Corea del Sud, la minaccia posta dall’aggressiva politica della Corea del Nord è oggi ragione di per sé sufficiente a superare gli antichi contrasti.

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