Israele vs. Iran. Minacce e minacciati

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si trova in questi giorni negli Stati Uniti per una visita ufficiale di cinque giorni in cui incontrerà i maggiori vertici politici americani. Temi caldi dei colloqui sono il dossier nucleare iraniano e il processo di pace in Palestina.
Al termine di un incontro con il vicepresidente Joe Biden, Netanyahu ha affermato: "Le sanzioni economiche possono creare problemi all’Iran, ma non possono costringere questo paese a fermare il suo programma nucleare" pertanto, ha aggiunto, "l’unico modo per assicurarsi che l’Iran non ottenga armi nucleari è una credibile minaccia militare".
Tiepide, al momento, le risposte americane. Per Biden le sanzioni stanno avendo un "impatto misurabile" e il segretario alla Difesa, Robert Gates, da Melbourne, in occasione della riunione dei ministri di Esteri e Difesa di Usa e Australia ha fatto sapere: "In questo momento noi continuiamo a pensare che l’approccio economico e politico che abbiamo adottato abbia un impatto effettivo sull’Iran".

Negli scorsi giorni, in un pubblico discorso tenuto presso la Society of Editors a Londra, il capo dei servizi segreti britannici (MI6), Sir John Sawers, aveva dichiarato:
«Il terrorismo è difficile e, nonostante i nostri sforzi comuni, un attacco potrebbe materializzarsi. Il costo umano sarebbe immenso. Ma il nostro paese, il nostro sistema democratico, non sarebbe distrutto da un tipico attacco terroristico. I pericoli della proliferazione di armi nucleari e di armi chimiche e biologiche sono di più ampia portata. Può cambiare completamente l’equilibrio di potere in una regione. La proliferazione nucleare non può essere fermata solo con la diplomazia convenzionale. Abbiamo bisogno di operazioni guidate dall’intelligence che rendano più difficile per Paesi come l’Iran mettere a punto armi nucleari. Ogni mossa che rallenta l’acquisizione di tecnologia per le armi nucleari da parte dell’Iran regala più tempo alla ricerca di una soluzione politica".

Fonti: Irib Italia – L’Osservatore Romano – Il Sole 24 Ore

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