Secondo il Wall Street Journal, ripreso dal pakistano The Dawn, funzionari di alto livello dell’Amministrazione USA hanno riferito che nelle ultime settimane sarebbe stato richiesto alle autorità pakistane di permettere l’ingresso nel paese di un maggior numero di agenti e istruttori di special operations. L’obiettivo è quello di aumentare la pressione sui guerriglieri che operano ai confini fra Pakistan e Afghanistan. La richiesta sarebbe stata respinta dal governo pakistano, che rimane piuttosto ostile alla presenza di operativi USA sul proprio territorio (diversamente da quanto avviene per i sorvoli di UAV e presumibilmente di altri velivoli nelle aree di confine).
Gli USA hanno allora offerto 2 milioni di USD in aiuti militari, da fornirsi fra il 2012 e il 2016 – secondo quanto affermato dal Segretario di Stato H. Clinton. Si tratta di una offerta molto gradita all’esercito pakistano, la cui influenza nel Paese è difficile sottovalutare. Si può quindi prevedere che alla fine la richiesta USA verrà, con molta discrezione, accettata.
L’attuale numero degli agenti CIA operanti in Pakistan è informazione coperta dal massimo livello di segretezza.
Ufficialmente, risultano nel Paese 900 militari USA, 600 dei quali destinati alle operazioni di soccorso umanitario per fronteggiare le conseguenze delle recenti alluvioni, e 150 con non meglio specificate funzioni di addestramento.
Alti funzionari pakistani affermano che i rapporti con la CIA sono solidi, ma che al tempo stesso il governo di Islamabad rimane ostile ad un notevole incremento di personale americano sul territorio nazionale.
E’ ragionevole supporre che un punto di mediazione verrà trovato per l’appunto in base al prezzo che gli USA sono disposti a pagare per il rafforzamento delle FF.AA. pakistane, un punto di riferimento politico e sociale in un paese che ha vicini piuttosto ingombranti quali (Afghanistan a parte) India, Cina e Iran.
Fonti: The Wall Street Journal, The Dawn
