Pakistan: ombre e luci

Le cronache giornalistiche illustrano quotidianamente la difficile situazione del Pakistan, dipinto come una retrovia della guerra afgana. In alcune aree, tuttavia, la situazione è diversa e migliore.
Nella valle dello Swat – a nord est del Paese, nota come la "Svizzera del Pakistan" per la fiorente agricoltura e la bellezza dell’ambiente, nonché uno dei più immensi giacimenti archeologici dell’Asia – la PAF (Esercito pakistano) ha assunto pienamente il controllo della situazione, dopo una durissima campagna contro guerriglieri infiltrati dal vicino Afghanistan.
Agli ordini del Br. Gen. Saeed è in atto con capillarità un intervento militare in termini di scuole (pubbliche e militari), infrastrutture (generatori idroelettrici e strade, ad esempio) e formazione di comunità civili con attribuzione di compiti di controllo (anche armato). In pratica il gen. Saeed agisce nei distretti della valle con poteri di governatore.
Inoltre la PAF ha rapidamente preso contatto con gli operatori internazionali (molti dei quali italiani), per allineare i loro progetti al piano complessivo di pacificazione e ricostruzione della Valle, garantendo elevati livelli di sicurezza.
Da notare anche che l’amministrazione militare ha voluto che la preghiera per la conclusione del Ramadan si tenesse in un’antica moschea restaurata da archeologi italiani.
Indubbiamente è un fattore di rilievo che la popolazione pashtun locale sia sempre stata contraria, nella sua stragrande maggioranza, ad infiltrazioni di guerriglieri, ed abbia esplicato il proprio orgoglioso senso di libertà nell’ambito della struttura federale della Repubblica Pakistana. Va anche detto che la PAF gode di grande prestigio nel Paese ed è una forza armata di tutto rispetto.

Fonti:
The Dawn
The Frontier Post
Rapporti di operatori civili italiani in loco (fine settembre 2010)

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