I lavoratori nel nord del Messico tra crimine organizzato e riduzione dei salari

Nel corso della Global Labour University Conference, tenutasi a Berlino fra il 14 ed il 16 settembre scorso, intitolata "Labour and the global crisis: Sharing the Burden (?), shaping the future (?)", uno studioso messicano del Colegio de la Frontera Norte, Hepzibah Muñoz Martinez, ha presentato un importante studio sulla situazione dei lavoratori delle cosiddette maquiladoras, le aziende di assemblaggio costruite nella zona settentrionale del Messico, al confine con gli Usa, dalle multinazionali americane, in un’area caratterizzata da una spaventosa crescita di violenza connessa al traffico degli stupefacenti.
Infatti, secondo i dati raccolti da questo studio, intitolato "Il doppio peso dei lavoratori delle maquila: violenza e crisi nel Messico del Nord", vi sarebbero state 2.275 vittime da collegare all’attività del crimine organizzato nel 2007, raddoppiate nel corso del 2008, per arrivare a oltre 12.000 uccisioni tra 2009 e 2010, sempre nel corso dei conflitti fra i cartelli della droga da una parte e dall’altra nelle operazioni con cui il governo messicano tenta di colpire il crimine organizzato.
Nonostante il contesto di violenza endemica legato alla penetrazione dei poteri criminali, le grandi aziende nordamericane avrebbero trovato proprio qui il modo di riprendersi dalle conseguenze della crisi dei mutui e poi di quella finanziaria.
Ma lasciamo la parola allo studioso messicano che concentra la sua attenzione sul maggiore centro dell’area, la cittadina di Matamoros:
"Le multinazionali hanno licenziato almeno 6.700 persone. La maggior parte di questi lavoratori sarebbero stati raissunti con un nuovo contratto. Mentre quello vecchio prevedeva 40 ore di lavoro settimanale, il nuovo prevede una media di 48 ore a settimana e una riduzione del 50 per cento del salario. Per esempio, la società Delphi a Matamoros ha venduto due delle sue fabbriche e ha risolto il contratto con la maggior parte dei suoi lavoratori in un altro stabilimento. In quest’ultimo, l’80 per cento dei lavoratori è stato riassunto con un nuovo contratto: i lavoratori che in precedenza avevano un contratto per 40 ore e circa 100 dollari di stipendio a settimana, ora vedono ridotta la paga a 80 dollari per una settimana lavorativa estesa a 48 ore. Questo sistema è stato generalizzato alla gran parte delle maquiladoras di Matamoros. Per esempio, la Teccor de México ha annunciato quest’anno la sospensione dal lavoro di migliaia di lavoratori, che sono poi stati riassunti con un salario di 46 dollari per 48 ore settimanali, mentre prima prendevano 76 dollari per 40 ore".
La convenienza del sistema è confermata dal fatto che almeno sei nuove multinazionali hanno ricollocato loro attività a Matamoros e che altre aziende si apprestano a spostare dalla Cina a quest’area del Messico i loro stabilimenti.
In questo modo, criminalità organizzata e riduzione dei costi delle grandi aziende globalizzate coesistono agevolmente.

fonte: http://www.global-labour-university.org/fileadmin/GLU_conference_2010/papers/26._The_Double_Burden_on_Maquila_Workers_Violence_and_Crisis_in_Northern_Mexico.pdf

Print Friendly, PDF & Email