Il Grande Fratello colpisce ancora e tocca proprio a Orwell

Non si tratta ovviamente della tramissione televisiva ma delle celeberrime opere di George Orwell che preconizzavano un futuro di società controllate da un potere massificante  che in primo luogo deve controllare il pensiero, la creatività e la liberta intellettuale.
L’incidente ha per protagonista una delle più importanti aziende di e-commerce specializzata in prodotti culturali, Amazon, che ha messo a disposizione, nel suo negozio on line di libri elettronici Kindle, delle copie non coperte da diritto di autore di 1984 e della Fattoria degli Animali, del grande scrittore inglese.
Accortisi del problema, Amazon ha cancellato in luglio le copie da Kindle, penalizzando i clienti che le avevano acquistate. Jeffrey P. Bezos, numero uno della società, è intervenuto personalmente per informare i clienti arrabbiatissimi che essi potranno scegliere tra recuperare le loro copie, ora debitamente coperte dal diritto di autore, ricevere un assegno di 30 dollari o un coupon per acquistare altre opere su Amazon.
Bezos, oltre a scusarsi con i clienti, ha definito la condotta della sua società in termini piuttosto inusuali, ma di apprezzabile sincerità: Amazon, a suo parere, si è comportata "stupidamente, sventatamente e penosamente in contrasto con i propri principi".
L’episodio ha riacceso la discussione sui rapporti fra diritto di autore e la libertà di lettura, messe entrambe in discussione proprio dalla presenza dai grandi venditori di contenuti elettronici come Amazon e Google.
Il New York Times, che ha riferito ampiamente della vicenda, riporta l’interessante osservazione del professor Jonathan Zittrain, che insegna materie giudiriche ad Harvard ed ha pubblicato un libro intitolato "Il Futuro di Internet e come fermarlo" (The Future of the Internet – and How to Stop It): "ci sono nuove possibilità di controllo [sui contenuti culturali] ed è difficile pensare che regolatori e ricorrenti non se ne rendano conto. Quelli che ricorrono in giudizio o quelli che stabiliscono le regole a livello politico potrebbero obbligare i fornitori di questi servizi a cancellare opere intere da queste raccolte elettroniche, o semplicemente una parola o un paragrafo che considerano offensivi".
Appare piuttosto inquietante che sia toccato proprio all’opera di Orwell di essere tra le prime vittime di un sistema da lui preconizzato.
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