Honduras, continuano le schermaglie tra i "due presidenti"

L’attuale presidente dell’Honduras Micheletti, nominato dopo il golpe delle scorse settimane, per la prima volta, ha aperto alla possibilità che il deposto Zelaya possa tornare in patria a patto che si sottoponga ad un processo.
Di fatto, quindi, non si tratta di una nuova posizione perché Zelaya vuole essere reintegrato nell’incarico che aveva ottenuto attraverso libere elezioni senza doversi difendere da accuse pretestuose.
L’ex presidente, che fino a poco tempo fa aveva più volte manifestato l’intenzione di tornare in Honduras, durante una conferenza stampa in Cile ha dichiarato di aver cambiato idea perché teme per la sua vita.
Micheletti continua a difendere la sua carica e nega che sia dovuta ad un golpe ma solo ad una "successione costituzionale" e per questo sta lavorando a livello diplomatico per convincere le altre nazioni della legalità del suo governo, dichiarandosi in proposito molto soddisfatto di una missione che una delegazione governativa ha effettuato negli Sati Uniti presso la Organización de Estados Americanos (OEA), dove ha incontrato il segretario generale José Miguel Insulza.
Ma la comunità internazionale pare essere quasi totalmente dalla parte di Zelaya che ha recentemente visitato anche il Brasile.
Al termine di un cordiale colloquio con il presidente Lula è stato emesso un comunicato congiunto nel quale si chiede ad Obama che gli Usa prendano una posizione più definita ed ostile all’attuale governo honduregno affinché Zelaya possa ritornare a rivestire la carica dalla quale è stato estromesso e possano così terminare i disordini all’interno del suo paese che la polizia sta reprimendo duramente.

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