Sudafrica: il programma di Zuma

Un nuovo inizio. Ecco cosa si auspica il Presidente del Sudafrica Jacob Zuma, a un mese e mezzo dalla vittoria alle elezioni politiche, nel suo discorso di insediamento pronunciato davanti al Parlamento il 4 giugno, dettando le priorità del nuovo esecutivo. All’ordine del giorno, naturalmente, la crisi economica che sta squassando la principale economia africana, ma non solo: lotta all’analfabetismo e alla disoccupazione, programmi alimentari, infrastrutture, lotta alla criminalità e riforma della giustizia.
Pur senza entrare nel dettaglio, Zuma si è impegnato a combattere gli effetti della crisi economica fra gli strati più bassi della popolazione, annunciando progetti per infrastrutture che creeranno circa 4 milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni, nonché un programma di riforma agraria per aiutare le zone rurali.
Il presidente è stato maggiormente preciso parlando di istruzione e sanità: si è impegnato a ridurre l’abbandono scolastico, auspicando la volontà di aumentare la partecipazione alla scuola dell’obbligo al 95% degli aventi diritto nel 2014; ha annunciato, poi, l’intenzione di creare un’assicurazione sanitaria nazionale per dare a tutti le stesse possibilità di accedere ai farmaci, rivitalizzando in questo modo la lotta all’AIDS, vera piaga nazionale.
Il discorso, ambizioso, si è chiuso con un accenno sulla lotta alla criminalità e sulla necessità di una riforma del sistema giudiziario. Una nota stonata. Proprio il controverso Zuma, infatti, si trovava in attesa di giudizio per frode, corruzione e riciclaggio di denaro sporco, prima di essere stato graziato da una controversa decisione della Procura Generale sudafricana.
Eppure il Presidente non si esita a parlare di un nuovo inizio, rivendicando il lavoro dell’ANC, il suo partito, dal 1994, fine dell’apartheid, ad oggi, e ricordando i passi compiuti dal paese sulla strada della democrazia: "abbiamo cercato di costruire una società unita e coesa, allontanandola da un passato frammentato. Noi invitiamo adesso a continuare questa missione di promozione dell’unità nella diversità e a sviluppare un sistema condiviso di valori, basato su uno spirito di comunità, solidarietà e attenzione sociale."
Un quadro rassicurante ma incompleto, che nasconde le lotte di potere interne all’ANC, gli scandali giudiziari dei suoi leader e uno sviluppo economico di cui non ha certamente beneficiato la totalità della popolazione. Lo stesso ANC sembra godere di credito tra la popolazione più per il suo valore simbolico costruito durante l’apartheid che per i meriti di 15 anni di governo. Un nuovo inizio, insomma, sembrerebbe davvero auspicabile.

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