Fidel Castro rivuole Guantanamo e attacca Obama

Fino ad ora l’atteggiamento ufficiale del presidente cubano Raoul Castro nei confronti della nuova amministrazione statunitense era stato di fiduciosa attesa, mostrando anche la disponibilità ad un incontro in campo neutro per discutere dei loro rapporti, come si sa, terminati più di quarant’anni fa.
Lo stesso Fidel Castro, pur esprimendo dubbi sulla possibilità che Obama riesca a realizzare il suo programma di governo, aveva avuto parole positive nei confronti del nuovo presidente americano.
Dopo aver deliberato la chiusura del campo di detenzione extra-legale della base militare, è bastato che Obama condizionasse la restituzione a Cuba della zona di Guantanamo alla valutazione dell’impatto sulla difesa del suo paese ed al ristabilimento dei diritti civili nell’isola, per scatenare il lider maximo.
Dopo aver accusato il neo eletto di seguire la stessa strada del suo predecessore nel "condividere il genocidio dei palestinesi appoggiando risolutamente le relazioni Usa-Israele" ha dichiarato che il voler mantenere la base di Guantanamo sotto il controllo statunitense "vìola i più elementari principi del diritto internazionale" soprattutto se condizionata ad un cambio nel governo cubano, cosa contro la quale "abbiamo lottato per mezzo secolo".
Lo stesso giorno in cui è stato pubblicato l’articolo di Fidel Castro, i presidenti del Venezuela, Hugo Chavez, e del Paraguay, Fernando Lugo, durante di lavori del Foro Social Mundial in corso in Brasile, hanno lanciato un appello affinché gli Usa restituiscano il territorio di Guantanamo a Cuba.

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