La verità negata di Gaza

Mentre sembra essere giunta l’ora della verità per Gaza e per il suo futuro, appare necessario ristabilire almeno un minimo di quella verità. Siamo consapevoli che è il “rumore di fondo” del sistema mainstream della comunicazione a scavare a fondo nella coscienza sociale, giorno dopo giorno, goccia dopo goccia, e che tale sistema pervasivo, permeante, anestestetizzante, non può essere scalfito da deboli voci. Ma talvolta bisogna gettare un sasso nell’oceano semplicemente perché è giusto farlo. Allora di fronte alla crisi di Gaza di questi giorni sentiamo il dovere, come giornalisti e cittadini, di fare semplicemente il nostro lavoro: raccogliere i fatti, metterli in fila, e raccontarli. Lo facciamo con una analisi “Gaza: cronaca di un massacro annunciato” pubblicata nella nostra sezione “divulgazione” di cui consigliamo caldamente la lettura a tutti coloro che vogliono capire e ricordare, non per ideologia e pregiudizio, ma con cognizione di causa e desiderio di verità e giustizia. E con una cronologia dei principali avvenimenti nei Territori palestinesi nel 2007 fino a metà 2008 che qui di seguito riportiamo.

 

 

Cronologia dei principali eventi cruenti nei Territori palestinesi occupati da Israele.

 

L’analisi comprende l’intero anno 2007 e il 2008 fino alla tregua fra Hamas e Israele (giugno 2008), in quanto gli eventi successivi sono discussi nel testo “Gaza: cronaca di un massacro annunciato”.

Le notizie sono ricavate da fonti di stampa e possono quindi essere incomplete e presentare inesattezze ed errori. Sono stati prevalentemente indicati gli avvenimenti riguardanti la Striscia di Gaza, anche se sono ricordati alcuni dei principali eventi avvenuti nella Cisgiordania. Gli avvenimenti politici sono stati riportati solo quando necessari alla comprensione dei fatti: da questo punto di vista, la cronologia non ha alcun carattere di completezza.

 

2007

4 gennaio, proseguono gli scontri fra Hamas e Al Fatah nella Striscia di Gaza.

15 gennaio, due membri dei Comitati di resistenza popolare uccisi nella Striscia di Gaza dall’esercito israeliano.

24 gennaio, un palestinese disarmato ucciso a Kissufim, al posto di frontiera fra Striscia di Gaza e Israele.

25 gennaio, almeno 35 caduti negli scontri a Gaza fra Hamas e Al Fatah. Il giorno successivo alla proclamazione di una tregua, viene ucciso un membro di Hamas, Hussein al Shubassi.

4 febbraio, in cinque giorni sono caduti 28 palestinesi negli scontri a Gaza, dopo la rottura delle tregua fra Hamas e Al Fatah.

8 febbraio, Hamas e Al Fatah raggiungono alla Mecca, con la mediazione dell’Arabia Saudita, un accordo sulla formazione di un governo di unità nazionale. Il ministro Olmert ha minacciato di boicottare il nuovo esecutivo se esso non accoglierà tutte le richieste del Quartetto per il Medio Oriente.

21 febbraio, l’esercito israeliano uccide il capo dell’ala militare della Jihad islamica a Jenin, Mahmud Qassem Abu Obeid.

28 febbraio, tre attivisti della Jihad islamica uccisi dai soldati israeliani nella città di Jenin.

12 marzo, nella Striscia di Gaza viene rapito il giornalista della Bbc alan Johnston (il 15 aprile il rapimento verrà rivendicato da un gruppo palestinese sconosciuto).

14 marzo, accordo fra Hamas a Al Fatah sul nuovo governo di unità nazionale (nove ministeri a Hamas e sei a Fatah). Israele ha ribadito la sua posizione.

17 marzo, il nuovo governo, guidato da Ismail Haniyeh di Hamas entra in carica. Israele proclama il boicottaggio totale finché Hamas non riconoscerà esplicitamente lo Stato ebraico.

21 marzo, un commando armato rapisce Adham al Sufi, professore all’università islamica di Gaza.

27 marzo, due miliziani delle brigate dei martiri di Al Aqsa uccisi a Nablus dall’esercito israeliano.

28 marzo, un membro della Jihad islamica ucciso dai soldati israeliani a Jenin.

4 aprile, raid israeliano contro Beit Hanun nella Striscia di Gaza: uccisione di un membro della Jihad islamica, Ramez Awad al Zaanin.

7 aprile, un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza uccide un membro del Fronte democratico di liberazione della Palestina, Fuad Nabil Maaruf.

15 aprile, due palestinesi caduti negli scontri tra gruppi rivali a Khan Yunis nel sud della Striscia di Gaza.

17 aprile, un membro delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, Ashraf Hanaysha, viene ucciso dall’esercito israeliano nella striscia di Jenin, nel nord della Cisgiordania.

21 aprile, tre militanti palestinesi, un poliziotto ed una giovane di 17 anni sono uccisi dall’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania. Un militante della Jihad islamica viene ucciso a Jabalya, nella Striscia di Gaza.

22 aprile, due membri delle Brigate dei martiri di Al Aqsa vengono uccisi a Nablus, in Cisgiordania.

24 aprile, a causa delle operazioni israeliane a Gaza e a Cisgiordania, che hanno provocato nove caduti fra i Palestinesi,  le Brigate Ezzedin al Qassam, organizzazione armata di Hamas, dichiarano la rottura del cessate il fuoco proclamato in vigore dal novembre 2006 e rivendicano lanci di razzi contro il sud di Israele.

28 aprile, tre militanti delle Brigate Ezzedin al Qassam vengono uccisi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.

16 maggio, almeno 38 palestinesi cadono negli scontri fra Hamas e Al Fatah a Gaza: le violenze scoppiano dopo il raggiungimento di un accordo fra Abu Mazen e Ismail Haniyeh per un piano di sicurezza nei Territori occupati. Lanci di razzi Qassam contro Sderot. Tre palestinesi caduti a seguito di due raid israeliani nella Striscia di Gaza.

19 maggio, le fazioni palestinesi raggiungono una tregua, dopo nove giorni di scontri, che hanno provocato 50 vittime nella Striscia di Gaza.

23 maggio, 36 caduti palestinesi nella Striscia di Gaza, a seguito di una serie di raid aerei israeliani contro Hamas. I razzi lanciati dai gruppi palestinesi uccidono una donna israeliana a Sderot.

24 maggio, l’esercito israeliano arresta trenta membri di Hamas in Cisgiordania, tra cui il ministro dell’istruzione Nasser al Shaer e alcuni deputati.

27 maggio, il governo israeliano ha ordinato ulteriori raid aerei nella Striscia di Gaza: dal 16 maggio sono caduti 50 palestinesi e 2 israeliani uccisi dai razzi a Sderot.

1 giugno, due palestinesi di 12 e 13 anni sono stati uccisi dall’esercito israeliano vicino all’ex insediamento ebraico di Dugit nel nord della Striscia di Gaza.

9 giugno, un palestinese caduto in un attacco contro una postazione militare in territorio israeliano vicino alla Striscia di Gaza.

13 giugno, 67 palestinesi caduti negli scontri fra Hamas e Al Fatah nella Striscia di Gaza.

18 giugno, Hamas assume il controllo della Striscia di Gaza.

27 giugno, nove palestinesi uccisi e più di quaranta i feriti nelle operazioni militari condotte da Israele nel nord della Striscia di Gaza; tra i caduti, Raed Fanuna, uno dei leader della Jihad islamica.

30 giugno, sette caduti palestinesi a seguito di due raid aerei israeliani nella Striscia di Gaza, tra cui Ziad al Ghanam, uno dei leader delle brigate al Quds, ala militare della Jihad islamica.

5 luglio, undici miliziani palestinesi, tra cui sei membri di Hamas, uccisi in una serie di raid israeliani nella Striscia di Gaza.

20 agosto, sei miliziani di Hamas caduti in un raid israeliano a Gaza.

21 agosto, due bambini uccisi da soldati israeliani nella Striscia di Gaza.

22 luglio, due membri di Hamas e due della Jihad islamica caduti nei raid israeliani nella Striscia di Gaza.

25 agosto, due miliziani palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza caduti in un attacco in territorio israeliano; quattro palestinesi uccisi dai soldati israeliani nella Striscia di Gaza (un palestinese ed un arabo-israeliano in Cisgiordania).

29 agosto, due bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Jabalya, Gaza.

6 settembre, sei miliziani palestinesi uccisi dai soldati israeliani nell’attacco ad un avamposto dell’esercito nella Striscia di Gaza.

11 settembre, 69 soldati israeliani feriti dall’esplosione di un razzo Qassam nella base di Zikim, vicino ad Ashkelon.

19 settembre, il governo israeliano dichiara la Striscia di Gaza controllata da Hamas entità ostile.

26 settembre, sette palestinesi uccisi dall’esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza.

17 ottobre, un soldato israeliano ed un membro di Hamas caduti nei combattimenti nella zona sud della Striscia di Gaza.

18 ottobre, quattro palestinesi caduti negli scontri a Gaza fra le forze di sicurezza di Hamas e seguaci di Al Fatah.

25 ottobre, il governo israeliano inasprisce le sanzioni contro la popolazione della Striscia di Gaza; i tagli alle forniture di carburante ed elettricità sono sospesi su richiesta del procuratore generale dello Stato ebraico Menachem Mazuz.

29 ottobre, quattro miliziani di Hamas caduti in un raid aereo israeliano a Khan Yunis, Gaza.

12 novembre, la polizia di Hamas spara sulla folla a Gaza, durante una manifestazione organizzata da Al Fatah: sette caduti. Oltre duecento gli arresti.

20 novembre, tre miliziani palestinesi uccisi dai soldati israeliani nella Striscia di Gaza.

27 novembre, conferenza di Annapolis, durante la quale Ehud Olmert e Abu Mazen si impegnano ad arrivare ad un accordo di pace entro la fine del 2008.

27 novembre, a Hebron, la polizia palestinese di Al Fatah reprime con la forza in Cisgiordania una manifestazione contro la conferenza di Annapolis. Un caduto e 35 feriti.

4 dicembre, tre miliziani di Hamas uccisi da un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza.

11 dicembre, sei miliziani di Hamas caduti in una serie di raid israeliani nella Striscia di Gaza.

18 dicembre, tredici militanti palestinesi caduti in una serie di raid israeliani nella Striscia di Gaza, fra i quali il capo militare della Jihad islamica, Majed al Harazin.

 

2008

1 gennaio 2008, otto palestinesi uccisi negli scontri fra i sostenitori di Hamas e Al-Fatah nella striscia di Gaza.

3 gennaio 2008, raid aerei israeliani e distruzione di case nella zona settentrionale della striscia di Gaza: undici palestinesi uccisi, fra cui due donne.

15 gennaio, diciassette palestinesi uccisi da un raid dell’esercito israeliano ad Al Zeitoun, nella striscia di Gaza; Hamas lancia razzi e colpi di mortaio contro Sderot provocando quattro feriti leggeri fra i civili israeliani; due palestinesi sono uccisi in un attacco dell’esercito israeliano a Beit Hanoun.

16 gennaio, il leader della Jihad islamica Walid Obeidi viene ucciso dall’esercito israeliano vicino a Jenin, nella Cisgiordania.

17 gennaio, il governo israeliano decreta la chiusura di tutte le frontiere intorno a Gaza.

20 gennaio, chiusura per mancanza di carburante della centrale elettrica di Gaza.

23 e 25 gennaio, abbattimento di parte del muro divisorio della frontiera fra Gaza e l’Egitto, per permettere a decine di migliaia di palestinesi di approvvigionarsi in Egitto, per poi rientrare nella Striscia.

27 febbraio, cinque membri dell’ala militare di Hamas uccisi in un raid aereo nella città di Khan Yunis nella striscia di Gaza. Un israeliano ucciso a Sderot da un razzo Qassam lanciato dalla striscia di Gaza.

3 marzo, inizio di una offensiva israeliana nella striscia di Gaza, in risposta alla morte dell’israeliano caduto a Sderot: in totale si contano 123 vittime fra i palestinesi, delle quali almeno la metà sono civili; si tratta della più sanguinosa offensiva da otto anni.

12 marzo, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh propone ad Israele un cessate il fuoco, a condizione che lo Stato ebraico sospenda le sanzioni economiche e riapra le frontiere.

4 aprile, due israeliani e due palestinesi cadono in un attacco al posto di frontiera di Nahal Oz nella striscia di Gaza.

9 aprile, cinque palestinesi uccisi per rappresaglia dall’esercito israeliano; un soldato israeliano ed un palestinese sono caduti in un raid dell’esercito nel sud della striscia di Gaza.

16 aprile, uccisione di tre soldati israeliani nei pressi del posto di frontiera di Nahal Oz; nella rappresaglia da parte dell’aviazione israeliana cadono almeno nove persone, tra cui alcuni bambini ed un cameraman dell’agenzia Reuters.

18 aprile, tre militanti di Hamas sono uccisi nell’attacco al posto di frontiera di Kerem Shalom, nella striscia di Gaza.

23 aprile, il governo israeliano autorizza la consegna di un milione di litri di gasolio per la centrale elettrica di Gaza, dove sono quasi esaurite le scorte di carburante; le NU comunicano che in assenza di rifornimenti dovranno sospendere le attività umanitarie in atto a Gaza.

27 aprile, una donna palestinese ed i suoi quattro figli sono uccisi nel corso di un raid israeliano nella Striscia di Gaza.

14 maggio, un razzo di Hamas lanciato da Gaza causa decine di feriti in un centro commerciale di Ashkelon.

5 giugno, un israeliano del kibbutz di Nir Oz viene ucciso da un razzo Qassam lanciato dalla striscia di Gaza; nella rappresaglia l’esercito uccide una bambina di quattro anni; il premier Olmert minaccia un’offensiva su larga scala.

 

(a cura di A.T.)

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