L’India verso lo storico accordo con gli Usa sul nucleare

Ha accettato il rischio di una crisi politica e di elezioni anticipate il premier indiano Manmohan Singh pur di perseguire l’accordo con gli Stati Uniti sul nucleare civile. Ed è stato premiato. Nella giornata di ieri (22 luglio) il Parlamento indiano ha votato la fiducia con 275 voti favorevoli e 256 contrari, fiducia richiesta dai partiti di sinistra che, contrari all’accordo, sono usciti polemicamente dalla maggioranza rompendo l’alleanza col Partito del Congresso di Singh e Sonia Gandhi.
Ora la neo opposizione accusa la maggioranza di aver fatto di tutto (compreso un mercato dei voti con alcune piccole formazioni regionali) pur di avere i numeri necessari alla Camera, nei fatti rimane che il voto spiana la strada a Singh per uno storico accordo sul nucleare civile che lo stesso premier ha più volte definito "strategico" per il paese.
Da trenta anni l’India è sotto embargo per non aver sottoscritto il trattato di non-proliferazione nucleare ed aver sviluppato armi atomiche nella corsa al riarmo con lo storico nemico, il Pakistan. Ora, grazie all’Accordo 123 con gli Usa, l’India potrebbe rompere l’isolamento ed acquistare materiale fissile e tecnologia indispensabile per il rilancio di un programma nucleare civile che viene detto indispensabile dai fautori a fronte della crisi economica derivante dall’aumento dei prezzi del petrolio. Non di meno, potrebbe riallacciare i rapporti con l’Aiea (Agenzia atomica internazionale) ed essere di fatto accettata anche come potenza nucleare militare.
Pur con la vittoria, Singh non risolve nel breve termine i problemi che attanagliano il paese. Inflazione galoppante (11% in aumento costante), crisi economica e malcontento sociale che viene intercettato dal più grande partito di opposizione, il nazionalista indù Bharatiya Janata.
Ora il Partito del Congresso si trova tra due fuochi. I gruppi di sinistra, tra cui il Partito Comunista dell’India, hanno accusato Singh di "tradimento" e di aver stretto un accordo contro "gli interessi vitali" del paese, "un corso "dannoso per la popolazione e la sovranità".

Sull’argomento vedi il precedente:
http://www.clarissa.it/esteri_int.php?id=952

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