L’India contro i brevetti farmaceutici

Il casus belli è il Glivec, farmaco antitumorale della Novartis, multinazionale  farmaceutica svizzera con sede a Basilea. La multinazionale pretendeva d’imporre il brevetto anche all’India  dove cinque case farmaceutiche  locali producono da tempo farmaci generici equivalenti  che costano 13 volte di meno. L’alta Corte di Chennai ha rigettato  il ricorso della Novartis.
Di fatto questo rappresentava il tentativo di scardinare la legge sui brevetti approvata  dal parlamento indiano nel 2005, che contiene due clausole di salvaguardia:
– la prima, permette a un paese di sospendere l’efficacia dei brevetti  e d’autorizzare la produzione di farmaci generici in caso di emergenza sanitaria nazionale.
– la seconda,  riconosce il brevetto solo a farmaci  realmente innovativi, non a quelli che aggiungono piccole modifiche di facciata ai principi attivi già in commercio.
Il Glivec  non fa eccezione: il brevetto risale al 1993 e Novartis avendo apportato piccole modifiche pretende di continuare ad utilizzare il  brevetto con la conseguenza di mantenere elevato il prezzo, quindi i propri profitti. In India questa politica non è stata vincente.
Nei paesi industrializzati invece il sistema  dei brevetti funziona efficacemente a tutto vantaggio delle case farmaceutiche e contro gli interessi dei cittadini.

Fonte: Il Manifesto

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