L’asse Brasile-Cile contro l’asse Venezuela-Bolivia?

Durante una visita in Cile, il presidente brasiliano Lula ha espresso la volontà di collaborare in modo molto stretto con il paese guidato dalla Bachelet, adducendo anche ragioni di affinità culturale e sociale che dovrebbero spingere le due nazioni ad agire di pari passo nel campo politico ed economico.
Firmati importanti accordi (una decina in tutto) nell’ambito dello sfruttamento petrolifero, nello sviluppo delle biotecnologie, nel dare impulso all’integrazione dell’America latina e nella lotta alla povertà.
Importante intesa anche in campo educativo con il progetto di scambiarsi docenti, borsisti e studenti e di sviluppare l’uso dell’informatica nell’insegnamento.
Secondo molti analisti con il viaggio in Cile ed in Argentina Lula sta tentando di appropriarsi del ruolo di leader del Sudamerica, messo in discussione dalla personalità e dal carisma di Hugo Chavez.
E’ anche facile riscontrare un raffreddamento delle relazioni tra Lula e Venezuela e Bolivia dall’altra parte.
Non giunge a caso il recente accordo con gli Usa per lo sviluppo dei biocombustibili, dopo che il presidente venezuelano ne aveva criticato l’utilità.
Se si considera che il Brasile è il principale produttore mondiale di questi nuovi combustibili è facile comprendere come il presidente Lula non avesse molto gradito l’esternazione di quello che considerava un alleato.

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