Il Sud Est asiatico, regione nevralgica tra India e Cina

Il Sud-Est asiatico è una regione piuttosto povera di risorse energetiche. Il Dipartimento dell’energia americano ha indicato solo il Vietnam come fornitore interessante, anche se solo a livello regionale, in particolare di gas naturale liquefatto, la cui esportazione, attualmente, è quasi integralmente assorbita dal Giappone.
Nevralgico, invece, il ruolo per il transito delle materie prime e conseguentemente per le infrastrutture, vista la sua posizione tra i due giganti asiatici India e Cina.
Specialmente il ministro dell’energia indiano, Mani Shankar Aiyar, ha mostrato un attivo e dinamico interesse per stabilire strette relazioni con tutta l’area promuovendo lo scorso anno due conferenze tra i paesi asiatici. Ma è stata la Cina, finora, a cogliere i successi più interessanti, in qualche caso proprio in concorrenza con l’India.
Infatti, un progetto di gasdotto di quasi 1000 km che doveva unire il Myanmar (ex Birmania) all’India attraverso il Bangladesh, sembra sia stato abbandonato per le storiche rivalità politiche proprio tra lo stato bengalese e l’India. Nelle scorse settimane il governo di Rangoon ha dunque annunciato un accordo a sorpresa con la Cina per la costruzione di un altro gasdotto lungo 1250 km. E il gas destinato all’India sembra dunque prendere la via di Pechino.
Un altro progetto di grande rilevanza interessa sempre la Cina per la costruzione di un oleodotto che dovrebbe collegare l’isola di et, con l’istmo di Kha, in Thailandia, e da lì permettere il trasporto via tankers sul continente asiatico. Questo permetterebbe alla Cina di accorciare di circa 2000 km il tradizionale trasporto marittimo attraverso lo stretto di Malacca, con vistosi vantaggi in termini di sicurezza (pirateria, terrorismo, danni ambientali).

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