Sempre più stretta l’alleanza militare tra Russia e Siria

Fervono i lavori nei porti siriani di Tartus e Latakia, sul Mediterraneo, per allestire due basi navali russe permanenti. Le opere preludono al più grande dislocamento navale russo dalla caduta dell’Unione Sovietica: non è ancora chiaro se la Siria ospiterà la flotta navale del Mar Nero, attualmente stanziata in Crimea, o addirittura parte dell’imponente flotta del Mare del Nord, che si trasferirebbe in maniera permanente nel Mediterraneo.
La scelta dei due porti siriani è estremamente significativa: oltre che aumentare la proiezione in Medio Oriente, Mosca potrebbe così controllare direttamente il vicinissimo porto turco di Ceyhan, terminale fondamentale degli oleodotti che attraverso il Caucaso portano greggio e gas dall’Asia centrale sul Mediterraneo. La Russia ha infatti perso il controllo di queste nevralgiche rotte energetiche, che un tempo attraversavano l’Unione Sovietica.
L’alleanza con la Siria non si limita a questo. Damasco sta ammodernando il suo arsenale bellico: la Russia fornirà (o ha già fornito) i più moderni sistemi missilistici e antiaerei, i nuovi caccia Mig e Sukoi, i carri armati T90 che sostituiranno i pur validi e celebri T72.
Mentre i rapporti con Teheran si raffreddano, con la Siria la Russia sta rinsaldando un rapporto che è stato storicamente sempre rilevante. Questo potrebbe spiegare il basso profilo tenuto nella crisi libanese. Mosca potrebbe aver avuto rassicurazioni che il vero obiettivo finale di Israele e Stati Uniti è solo l’Iran e non anche la Siria. E Putin preferisce tutelare un alleato sicuro e strategicamente importante come la Siria, in cambio di uno solo possibile e problematico come l’Iran.

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