L’Eni a caccia dell’oro nero africano

L’Africa sta diventando sempre più importante per l’economia del petrolio e molti paesi stanno facendo grandi affari nel continente nero. L’Eni ha appena concluso un enorme contratto con l’Angola per lo sfruttamento del più grande giacimento dell’Africa occidentale, in un’area marina 350 km al largo della capitale Luanda.
Il costo dell’operazione è di 1.229 milioni di dollari totali, di cui 902 per la concessione, 287 di infrastrutture, e 40 di opere sociali richieste dal governo angolano.
"E’ un record assoluto nell’intera storia del petrolio" ha dichiarato Carlos Saturnino, direttore della compagnia petrolifera angolana Sonagol.
L’Angola è destinata a diventare il più grande produttore di petrolio del continente dopo la Nigeria, con una stima, per il 2008, di 2 milioni di barili al giorno. Già oggi il petrolio forma circa la metà del PIL del paese.
È auspicabile che l’oro nero diventi un volano per la resurrezione delle nazioni africane, in cui, finora, le enormi ricchezze naturali sono si sono mai accompagnate al progresso politico e sociale.

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