Il nodo energetico tra Russia e Iran

"Gazprom è pronta a sostenere tecnicamente e finanziariamente la costruzione del gasdotto Iran-Pakistan-India". Le parole del presidente russo Vladimir Putin segnano un nuovo successo nel settore energetico dell’ex potenza sovietica. Il gigante industriale Gazprom, tornato sotto il controllo statale, sta consolidando le sue posizioni di forza sui mercati internazionali, ed ormai a Mosca la politica estera e quella economica procedono di pari passo.
L’annuncio è avvenuto all’ultimo vertice dello SCO (Shanghai Cooperation Organization), l’organizzazione centro-asiatica sponsorizzata da Russia e Cina che si sta proponendo anche nei settori politico/militari, oltre che economici, come un’alternativa alle direttive strategiche per l’Asia che arrivano dalla Casa Bianca.
Il nuovo gasdotto muoverà cifre astronomiche, sia a livello finanziario che produttivo. Le pipelines, lunghe quasi 3.000 km e che costeranno 7 miliardi di dollari, arriveranno a pompare nel 2015 oltre 70 miliardi di metri cubi l’anno di gas dall’Iran all’India. Si calcola che il paese indiano potrà così risparmiare 300 milioni di dollari l’anno in spese di trasporto, e il Pakistan avrà introiti dalle royalties per il passaggio sul suo territorio di 5-600 milioni di dollari. Evidenti poi anche i benefici politici. Sulla rotta del gas ci si attende una normalizzazione dei rapporti tra India e Pakistan, due paesi armati nuclearmente e storici nemici.
La mossa di Mosca, però, può anche sembrare azzardata. L’Iran è infatti un concorrente diretto della Russia per riserve di gas, soprattutto sui mercati asiatici. Che interesse si avrebbe a rafforzare il competitore iraniano?
Due analisi sembrano possibili. O Putin vede in Teheran un partner strategico con cui stringere relazioni di lunga durata su basi paritetiche ("l’OPEC è un cartello, questa è una impresa comune" ha detto il presidente russo. Da tenere presente che il gas iraniano e russo, insieme, rappresenterebbero il 43% delle riserve mondiali). Oppure da Mosca vedono ormai imminente lo scoppio definitivo della crisi nucleare tra Iran e Stati Uniti e si premuniscono per tempo: l’accordo attuale servirà a trattare da una posizione di forza quando si dovrà decidere quanto spetta alla Russia della torta dell’energia di un futuro Iran occidentale.

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