Momento critico tra UE e Russia

Una delegazione con i maggiori rappresentanti europei, tra gli altri Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, e Javier Solana, “ministro degli Esteri” europeo, ha incontrato in un vertice a Soci, sul Mar Nero, il presidente russo Vladimir Putin.
I vertici europei, sulla scia delle recenti esternazioni di Dick Cheney e Condoleeza Rice, vicepresidente e segretario di Stato statunitensi, hanno rimarcato le distanze e la severità con cui in occidente si vede il nuovo corso russo. Critiche sono arrivate sull’arretramento del sistema democratico, in materia di diritti umani, e infine sull’andamento economico. Soprattutto i rappresentanti europei, al pari di quelli americani, non hanno digerito la statalizzazione del colosso dell’energia Gazprom e dunque il peso politico che Mosca pone sulla questione energetica. Sarebbe auspicabile un ritorno al mercato e agli “investitori esteri”.
La risposta di Putin è stata gelida. Il britannico Independent ha così commentato l’incontro: “La delegazione europea sperava che Putin rendesse almeno un omaggio verbale alle ansie UE relative alla crescente dipendenza europea da Mosca per il greggio e il gas. […] Ma Putin, segno di quanto fortemente si ritenga nel giusto, ha deluso gli europei. Anzi ha messo in chiaro che continuerà il progetto di fare del suo Paese una superpotenza energetica, e che con gli Stati ex-sovietici come l’Ucraina tratterà come parrà meglio a lui, non a Bruxelles o a Washington”.
Facendosi forte di questo momento congiunturale favorevole, la Russia sembra aver ritrovato una propria missione nazionale e dunque una nuova forte collocazione internazionale. Se questo non piace ovviamente agli Stati Uniti, per l’Europa sarebbe il momento di scegliere. Gli interessi geostrategici sembrerebbero indirizzare verso Mosca (come hanno dimostrato gli accordi bilaterali di Tomsk tra Germania e Russia), ma le alleanze politiche e militari fanno ancora voltare la testa verso l’Atlantico.   

Print Friendly, PDF & Email