Colombia: tensioni alla vigilia del voto

Nella settimana che precede il voto del prossimo 28 Maggio, in Colombia stiamo assistendo ad un incremento massiccio di quelle tensioni sociali che covavano da qualche tempo. Probabile ci sia dietro un disegno politico atto a cercare di rendere più difficile la rielezione del Presidente in carica Uribe.
Allineato alla politica statunitense e coinvolto in numerosi scandali, Uribe pare disinteressarsi delle varie manifestazioni che scuotono il Paese, forte della quasi certezza della vittoria. I primi a scendere in piazza sono stati i contadini per protestare contro l’adesione al Tratado de libre commercio (TLC) con gli Usa e contro la fumigazione dei raccolti clandestini che provoca ingenti danni alla salute delle popolazioni rurali.
Lotte salariali legate anche alla richiesta di miglioramento delle condizioni di lavoro, sono alla base degli scioperi nel settore giudiziario, bananifero, carbonifero e nell’istituto di medicina legale e scienze forensi.
Apparentemente positiva per il governo, la dichiarazione di cessate il fuoco temporaneo da parte del FARC (Forze armate rivoluzionarie), che ha promesso di non colpire con attentati la Colombia durante le operazioni di voto. Ma dietro questo annuncio si nasconde anche un proclama perché gli elettori non votino Uribe.

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