La Turchia riafferma la sua politica di buon vicinato con tutti i paesi balcanici

Nella sua visita di due giorni in Bosnia-Erzegovina, il presidente turco, Abdullah Gül, accompagnato da oltre settanta imprenditori che parteciperanno al forum economico di Sarajevo, ha confermato il grande impegno della Turchia nel sostenere tutti i Paesi della ex-Jugoslavia, incluse Croazia e Serbia. Nel corso di quest’anno, gli interscambi economici fra Turchia e Bosnia hanno superato i 160 milioni di dollari, dimostrando una certa vitalità e il crescente interesse della Turchia per quest’area.
Il presidente turco ha respinto le critiche dei leader serbo-bosniaci della repubblica Srpska con capitale Banja Luka, secondo i quali la Turchia favorirebbe la Bosnia musulmana: "il raggiungimento di una pace durevole, di sicurezza e stabilità in tutta la regione è al centro della nostra politica", ha affermato Gül al termine di un incontro con i membri della presidenza tripartita della Bosnia, che è appunto costituita da due componenti principali, serbo-bosniaca e musulmana, oltre al Distretto di Brčko, a seguito degli accordi di pace che hanno posto fine al conflitto del 1992-1995.
Nonostante le ripetute affermazioni del presidente turco sul fatto che la Turchia considera tutti i Balcani, indipendentemente dai loro confini e dagli affari interni dei diversi paesi, un’area di buon vicinato, il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik ha affermato duramente che i serbi non sono ingenui e che sono consapevoli del fatto che la Turchia avrebbe "un programma segreto" per favorire le entità musulmane da secoli presenti nei Balcani, in primo luogo, quindi, la Federazione di Bosnia ed Erzegovina, con capitale Sarajevo.
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