Dubbi sulla preparazione delle truppe Usa in partenza per l’Afghanistan

Un sergente della riserva dell’esercito degli Stati Uniti, Alejando Villatoro, di 28 anni, residente a Chicago, ha chiesto a due deputati dell’Illinois di intervenire, nel timore che l’unità della riserva cui appartiene sia drammaticamente impreparata per l’impiego in Afghanistan prevista per il prossimo autunno.
Con una prassi piuttosto inusuale, il sergente ha scavalcato l’intera catena di comando e si è rivolto direttamente a Washington. Il sottufficiale, in forza alla 656a compagnia trasporti dell’U.S. Army, composta da 160 uomini con base a Hobart nell’Indiana, ha spiegato di non volersi trovare nuovamente nella situazione da lui già vissuta nel 2003 in Kuwait, quando dovette utilizzare dei camion risalenti alla guerra di Corea (anni Cinquanta) e fu addestrato con tecniche risalenti alla guerra del Vietnam (anni Settanta).
"Questo è quello che fanno i comandanti quando mettono la missione prima della sicurezza, mentre quello che voglio io – dice Villatoro – è porre la sicurezza al primo posto ed essere sicuro che i soldati sia adeguatamente addestrati prima di intraprendere una missione".
Gli uomini della 656a hanno appreso in febbraio che sarebbero stati impegnati in Afghanistan in missioni di convoglio al seguito di attività di pattugliamento, ma ad oggi non sono stati addestrati a guidare veicoli pesanti resistenti alle mine, dice Villatoro, che è entrato nella riserva dieci anni fa.
Il comandante del 656a, tenente Coleb Shinn, conferma il fatto che sono stati in effetti tagliati i fondi per un addestramento di due settimane previsto per lo scorso giugno. Invece di alcune giornate di attività sul campo, i soldati hanno simulato on line gli scenari che potrebbero incontrare oltremare. Ma non avevano equipaggiamenti da addestramento come colpi a salve, artifici pirotecnici o soldati di altre unità che simulassero il nemico, continua Villatoro: sono stati stipati in una sala computer per imparare cosa fare se venivano catturati o hanno manovrato i loro veicoli intorno ad ostacoli artificiali messi lungo una strada, per simulare gli esplosivi. I soldati avrebbero dovuto intimare a qualcuno via radio di gettare la armi, ma le loro radio non funzionavano.
Tuttavia, secondo il comandante Shinn, il sergente non considera le ulteriori cinque settimane di addestramento programmate per la sua unità prima della partenza per l’Afghanistan.
La vicenda è sicuramente indicativa delle grandi difficoltà che le forze terrestri americane incontrano nell’affrontare conflitti contro un nemico determinato e di come, senza una diversa impostazione organizzativa, sia davvero difficile sviluppare quella co-in (contro-insurrezione) predicata dai comandanti Usa contro un avversario così saldamente radicato nel proprio territorio, come nel caso della guerriglia afghana.

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