Chavez e i media: sfida continua

I rapporti tra il Presidente venezuelano Hugo Chavez e i mezzi di comunicazione non sono mai stati particolarmente buoni, anzi, in passato la chiusura di alcune emittenti aveva sollevato non poche polemiche e accuse di dittatura.
In questi ultimi giorni la situazione è ancora più critica, infatti il presidente della catena Globovision, Guillermo Zuloaga, è stato arrestato dalla Dirección de Inteligencia Militar con l’accusa di aver offeso Chavez, trattenuto alcune ore e poi rilasciato con la proibizione di lasciare il paese.
Da qualche tempo Globovision è accusata dal governo venezuelano di praticare del "terrorismo mediatico" e di "enfermar, en vez de informar los venezuelanos (ammalare invece di informare i venezuelani)."
La colpa di Zuloaga sarebbe stata quella di aver rilasciato, durante la conferenza della Sociedad Interamericana de Prensa, delle dichiarazioni in merito ai fatti relativi al golpe del 2002 in cui si potevano ravvisare gli estremi di vilipendio nei confronti di Chavez.
L’arresto del presidente di Globovision è avvenuto poche ore dopo il documento della Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) che manifesta preoccupazione per delle progressive limitazioni di libertà che stanno interessando il Venezuela.
L’arresto del governatore dello Stato di Zulia avvenuto alcuni mesi fa si aggiunge a quello di Zuloaga e, secondo la commissione, sono la manifestazione dell’uso del potere giudiziale per indebolire le voci dell’opposizione.
La tecnologia moderna non aiuta comunque chi ancora cerca di oscurare le voci contrarie, sembra, infatti, di assistere a chi cerca di fermare un fiume in piena ma non riesce a coprire tutte le vie di uscita.
Adesso ci si mette anche Twitter, molto diffuso in Venezuela (oltre 200.000 account attivi), dove pare si sia creata una rete incontrollabile di oppositori formata anche da molti giornalisti e intellettuali.
La rete di internet non è ancora molto diffusa in Venezuela (solo il 30% delle famiglie ha una connessione nella propria abitazione) ma la sua importanza politica sta crescendo in modo vertiginoso. Basti pensare che nel 1999, anno in cui Chavez divenne presidente, solo il 5,8% della popolazione poteva connettersi ad internet ma oggi, grazie anche alle politiche del governo che hanno permesso la creazione di numerosi internet point anche nelle zone più povere, tutti i politici devono fare i conti con l’informazione che corre sulla rete e che sa influenzare soprattutto i giovani.
A conferma di questo il sorprendente annuncio di Chavez che ha rivelato l’intenzione di aprire un suo blog personale per "combattere la controrivoluzione" ed ha dichiarato "avrò la mia trincea su internet. Sto preparando la mia trincea sul web, una pagina che mi permetta di comunicare con il mondo".
Accanto ai problemi mediatici Chavez sta perdendo molta della sua popolarità a causa della crisi energetica che ha portato alla chiusura temporanea di molti uffici a causa della mancanza di aria condizionata e che ha costretto il governo ad indire tre giorni di festa nella settimana santa (oltre al Giovedì ed al Venerdì già festivi) per risparmiare energia. L’opposizione accusa il governo di non aver saputo programmare la politica energetica, vista la quantità di petrolio che viene prodotta in Venezuela. Pur negando responsabilità politiche, il governo ha ammesso che dovrà diminuire la quantità di petrolio esportato a favore del mercato interno per evitare una paralisi dell’attività produttiva. Bisogna comunque riconoscere che il problema dell’energia elettrica sta colpendo anche altre zone latino americane a causa delle scarse piogge che hanno ridotto l’attività delle centrali idroelettriche.

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