E’ vittoria per gli indigeni del Perù

Alla fine, dopo mesi di lotta e manifestazioni acuitesi nelle ultime settimane, gli indios del Perù hanno ottenuto che fosse emendata una legge approvata dal governo nel 2008 negli articoli 1090 e 1064 che li coinvolgeva direttamente (si vedano gli articoli Perù: la grande protesta indigena e Perù, gli indigeni non sono soli ).
Con 82 voti favorevoli e 12 contrari il Parlamento, dopo un dibattito durato due ore, ha annullato i due articoli oggetto della discordia.
Contrariamente a quanto stabilito dalla costituzione e da altri accordi con i nativi, erano state prese decisioni concernenti i loro territori senza che la loro comunità fosse stata in alcun modo interpellata.
Nello specifico, l’articolo 1090, inserito nella legge per allinearsi ai parametri del Tratado de libre Commercio con gli Usa, dettava delle norme in materia di risorse forestali e del loro utilizzo mentre l’articolo 1064 stabiliva che i terreni di uso agricolo fossero soggetti alla servitù del passaggio degli oleodotti, gasdotti ed impianti per la ricerca petrolifera.
In un discorso televisivo il presidente Garcia ha voluto cercare la riconciliazione nazionale ammettendo di aver sbagliato a non coinvolgere gli indios nell’approvazione della legge, esaltando comunque la sua marcia indietro ("meglio una modifica che un’ostinazione") ed invitando il parlamento a cancellare i due articoli contestati.
Nello stesso tempo ha giustificato il precedente intervento anche per motivi legati alla lotta al contrabbando del legno e alle miniere illegali che hanno contribuito a distruggere migliaia di ettari di boschi e inquinare l’ambiente.
Intanto la repressione delle manifestazioni sta avendo delle conseguenze nei confronti del Presidente del consiglio dei ministri Simon e del ministro dell’interno Mercedes Cabanillas che dovranno riferirne in parlamento.
Simon ha già annunciato che, entro una settimana, rinuncerà al sua incarico dopo aver incontrato i vari gruppi di indios e aver contributo a riportare la calma nel paese.

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