Bolivia, vecchie tensioni e nuovi referendum

Dopo aver superato il referendum revocatorio dello scorso 10 agosto, il presidente boliviano Morales ha annunciato che il prossimo 7 dicembre si terrà il referendum per l’approvazione della costituzione. Nonostante la recente vittoria la situazione interna del Paese non è molto tranquilla, con le regioni autonomiste dell’est sempre in rotta di collisione con il governo.
La consultazione di dicembre si comporrà di due domande. Nella prima si dovrà ratificare o meno il testo costituzionale approvato dall’Assemblea costituente, mentre il secondo quesito riguarda l’estensione dei latifondi espropriabili, articolo per il quale non fu trovato accordo durante i lavori assembleari. Nello stesso giorno si terranno le elezioni per eleggere quelle cariche locali rimaste vacanti dopo la bocciatura del referendum revocatorio.
Pur annunciando la consultazione di dicembre come l’attuazione della volontà popolare, Morales ha ammesso che i desideri di autonomia sono forti in molte regioni del paese, per questo motivo ha affermato che "la nuova costituzione garantirà l’unità del paese e la sua natura plurinazionale, rafforzerà le autonomie e assicurerà l’uguaglianza sociale di tutti i boliviani."
Il presidente ha anche anticipato che verrà creato un ministero per le autonomie locali, anche per respingere l’attacco dei prefetti delle regioni che chiedono l’indipendenza. Ma l’opposizione è contraria persino al referendum sulla costituzione, temendo che, se dovesse essere approvato, il governo avrebbe un potere dittatoriale.
Per i boliviani saranno ancora mesi di tensione che, speriamo, non sfocino in quegli incidenti sanguinosi verificatisi durante i lavori dell’Assemblea costituente.

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