Un’interessante intervista a Massimo Fini (1) merita di essere riportata per l’importanza e l’attualità degli argomenti trattati. Ci si riferisce all’ultimo libro di Giulio Tremonti, “La paura e la speranza” edito da Mondadori. Ne riportiamo alcuni elementi salienti:
“”D Che cosa pensa del nuovo libro di G. Tremonti, del suo forte attacco a quello che chiama “mercatismo”?
R Tremonti è l’unico politico italiano che ha capito uno dei nodi centrali del nostro tempo anche se non ne trae tutte le conseguenze. La globalizzazione non giova a nessuno. Prenda il caso dell’Italia. Rispetto agli anni sessanta siamo più ricchi globalmente, produciamo molto di più… Ma singolarmente siamo tutti più poveri, stressati, insicuri. La corsa economica degli stati è come una corsa di ciclisti dopati, è fatta sulla pelle delle persone.
[…] Bisognerebbe avere il coraggio di dire che l’unica parola d’ordine sensata, ma nessuno lo dice è: competere di meno.
[…] Se molti invece di cianciare sul recupero delle radici giudaico cristiane, si fossero preoccupati di recuperare il senso del limite della cultura greca, non saremmo a questo punto…
D Si potrebbe dire, come fa Tremonti, che la globalizzazione è stata “preparata da illuminati e messa in atto da fanatici”…
R Ogni idea, anche la migliore, e non è questo il caso, se idolatrata si trasforma in un disastro.
D La sua soluzione?
R Recuperare il concetto di autarchia a livello europeo. Avrebbe dei costi ma ci preserverebbe dagli effetti più gravi della globalizzazione. “”
(1) Il Giornale del 10 marzo 2008.