Una sconfitta salutare per Chavez?

Il clamoroso esito del referendum svoltosi in Venezuela domenica scorsa, che ha visto imporsi il fronte del "no", contrario alle modiche costituzionali proposte dall’assemblea costituente e volute da Chavez, può paradossalmente rivelarsi più positivo di una vittoria.
Innanzi tutto il voto ha dimostrato che non ci sono stati i temuti brogli, ridando maggior attendibilità alle vittorie di Chavez ottenute negli anni passati; così anche di fronte alla comunità internazionale il Presidente può scrollarsi di dosso quella pesante accusa di dittatore che lo accompagna da qualche anno. In caso di vittoria, invece si sarebbe parlato di risultato "pilotato" e di una dittatura ormai affermata.
Inoltre l’esito del voto ha dimostrato la maturità civile dei venezuelani che, pur essendo in maggioranza dalla parte dell’attuale esecutivo, hanno voluto cautelarsi contro eventuali forme di "caudillismo" presenti ma soprattutto future.
Infine i toni con i quali Chavez ha ammesso la sconfitta, senza la ricerca di attenuanti che avrebbero potuto rivelarsi anche pericolose, soprattutto se avessero denunciato eventuali coinvolgimenti statunitensi, non hanno fatto altro che evitare ulteriori spaccature nel paese.
Meglio dunque una sconfitta di Chavez piuttosto che una vittoria di Pirro.

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