L’alleanza Cina-Pakistan per destabilizzare l’India

E’ stata la prima volta in cui i soldati cinesi sono stati impegnati oltre i confini nazionali. Durante lo scorso mese di dicembre un contingente dell’Esercito di liberazione popolare si è recato a Rawalpindi, in Pakistan, per effettuare un’esercitazione militare congiunta.
Secondo l’esercito pakistano lo scopo delle manovre è di migliorare la lotta terrorismo. Un argomento su cui sono molto sensibili sia a Pechino che a Islamabad. La Cina sta cercando di prevenire quelle che vengono definite "insurrezioni popolari" nella regione dello Xinijiang, patria dell’etnia uighura, di fede musulmana. In realtà quella del terrorismo islamico è una scusa adottata da Pechino per perseguitare la minoranza uighura.
Da parte sua, dopo gli attentati dell’11 settembre, il Pakistan è diventato un alleato chiave di G. W. Bush nella lotta al terrorismo internazionale. Il generale Musharraf è il custode della frontiera orientale dell’Afghanistan. E’ proprio dalla confinante regione tribale pakistana del Waziristan (dove secondo alcune agenzie di sicurezza americane si nasconde ancora Osama bin Laden) che provengono gran parte dei terroristi che attaccano le truppe Nato.
Cina e Pakistan sono da sempre unite anche contro l’India. Pechino sa che Nuova Dehli è una pedina fondamentale per il contenimento dell’espansionismo cinese osteggiato dagli Stati Uniti mentre Islamabad  continua a rivendicare la sovranità sulla provincia contesa del Kashmir.
Quella della frontiera non è l’unico grande problema che divide le due ex province dell’Impero britannico, ma si intreccia con quello del terrorismo contro l’India. Dopo la fine della guerra fredda il Pakistan ha utilizzato il terrorismo come arma di politica estera. Ma dopo gli attentati del 2001 è stato costretto a cambiare atteggiamento verso il Kashmir e il terrorismo.
Sulla questione delle province del Kashmir, Pechino ha fornito un sostegno costante al generale Musharraf in cambio della concessione di parte di quel territorio per costruire una grande strada lungo la catena montuosa himalayana del Coracorum. 
Il Pakistan è ossessionato dalla ricerca della parità strategica con l’India, non solo nel settore nucleare, ma anche in quello degli armamenti convenzionali. La cooperazione tra i due paesi investe una serie di settori, vitali non soltanto per la pace e la sicurezza dell’Asia meridionale ma per il mondo intero. Importante è la partnership per la produzione di armi nucleari e di missili strategici. Nella corsa al nucleare del Pakistan, la Cina ebbe un ruolo rilevante negli anni ’80. E’ in territorio cinese che il Pakistan fece i suoi esperimenti nucleari con armi realizzate grazie al know-how fornito dai cinesi. Privo di una tecnologia missilistica adeguata Islamabad ha potuto contare ancora sull’aiuto di Pechino, che gliel’ha fornita a volta direttamente,  a volte tramite la Corea del Nord. Risale agli inizi degli anni ’90 la consegna dei missili M-11 a corto raggio, i cosiddetti Shaheen. E al 1998 l’acquisto dalla dittatura di Kim Jong Il di missili a medio raggio No Dong, in grado di colpire fino all’India del Sud.

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