Israele e l’ecologia

La recente crisi tra Israele e il Libano ha assunto dei risvolti preoccupanti anche dal punto di vista ambientale. Durante i bombardamenti israeliani, infatti, alcuni razzi e missili sganciati da caccia israeliani colpirono i serbatoi della centrale elettrica di Jiyyeh, a sud di Beirut, con conseguente fuoriuscita di oltre 15 mila tonnellate di combustibile, recuperato soltanto in minima parte anche grazie al supporto del pattugliatore italiano "Peluso", giunto sul posto l’11 settembre.
Quello che si configura come un vero e proprio disastro ecologico è certamente stato aggravato dall’impossibilità di intervenire immediatamente, a causa del proseguimento del blocco aereo e navale sul territorio ad opera di Tel Aviv.
È per tale ragione che il Libano intende intraprendere contro Israele un’azione legale di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja – il principale organo giudiziale per la soluzione di controversie internazionali – affinché vengano riconosciute le sue responsabilità. Il ministro dell’ambiente libanese Yacoub Sarraf sostiene che esistono le basi giuridiche per incriminare Israele in base all’interpretazione di una clausola dello statuto della Corte secondo cui "un attacco intenzionale che genererà certamente danni ambientali nel lungo periodo può costituire un crimine di guerra".

Print Friendly, PDF & Email