Allarme petrolio: si riduce il margine di sicurezza

Alcuni giorni fa la IEA, International Energy Agency (agenzia dell’OCSE),  nel suo consueto report ha espresso timori circa  l’esiguità del margine di sicurezza esistente al momento nella produzione petrolifera. In effetti a fronte di  un consumo quotidiano di circa 84,8 milioni di barili la produzione potenziale è di appena due milioni di barili in più. Ciò significa che un eventuale guasto presso qualche grande giacimento o l’interruzione delle forniture di un paese produttore potrebbero essere eventi tali da  creare seri problemi  all’economia mondiale.
Il quadro diventa ancora più preoccupante se si considera che i consumi petroliferi sono in costante crescita (a causa dell’espansione delle economie asiatiche in particolare).
Le stime per il prossimo anno prevedono un consumo giornaliero di circa 86,4 milioni di barili, a fronte del quale non si prevedono ampliamenti corrispondenti della produzione potenziale.
La conclusione dell’IEA  è indicativa: "tenuto conto del persistente deterioramento  dei fondamentali dell’offerta, può sembrare sorprendente che i prezzi non siano più elevati".
Forse è anche per questo  che la rivista Business prevede, fin da questo anno, prezzi del petrolio oltre gli 80 dollari a barile.
Disporre  di una seria politica energetica nazionale ed europea diventa così sempre più un imperativo e sempre meno una facoltà lasciata alla sensibilità  ed all’impegno dei politici di turno.

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