La relazione della Commissione Fioroni e le “verità dicibili” della Repubblica

Il 7 dicembre del 2017, pochi giorni prima della fine della XVII legislatura della Repubblica, è stata consegnata la terza relazione, conclusiva dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e la morte di Aldo Moro – cosiddetta “commissione Fioroni”: lavori dei quali siamo stati tra i pochissimi ad occuparci diffusamente su clarissa.it, in occasione … continua a leggere

La notte della Repubblica che non si fa mattino

Che la Repubblica Italiana si debba preoccupare del cartello che un bagnino nostalgico ha affisso sulla toilette o dei saluti romani di qualche curva sud calcistica, al punto di dover predisporre un “articolo 293-bis del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista”, non sembra proprio il segno di un sistema … continua a leggere

Venti tesi sulla Strategia della Tensione

I punti di vista che vengono qui pubblicati sintetizzano i risultati di una ricerca storica oramai consolidata nel corso degli ultimi venti anni.Tuttavia riteniamo utile proporli in modo estremamente sintetico e riassuntivo, per costituire dei riferimenti essenziali per chi è interessato ad approfondire questo tema, fondamentale per comprendere la storia italiana e molti dei fenomeni … continua a leggere

Il libro di Pierluigi Battista, Mio padre era fascista

Certo non è facile oggi trovare spunti per credere in un futuro migliore per l’Italia: per questa ragione, quando capita d’imbattersi in qualcosa di positivo, lo si deve segnalare energicamente ai propri concittadini. È il caso del libro dell’affermato giornalista Pierluigi Battista, Mio padre era fascista (Mondadori, Milano, 2016), terminato il quale ci è venuto … continua a leggere

Shoah, negazionismo, ricerca storica 1996-2016

Vent’anni fa, nell’aprile del 1996, la storica statunitense Deborah Lipstadt e la casa editrice Penguin Books Ltd. vincevano, davanti ad un tribunale di Londra, il processo intentatogli per diffamazione dallo storico inglese David Irving. Questi aveva infatti considerato diffamatorio il libro della Lipstadt, Denying the Holocaust (1), perché in esso egli veniva attaccato quale negazionista. Irving invece “sosteneva di non poter essere considerato un «negazionista» in quanto le camere a gas erano esse stesse una truffa” (2).

La vittoria in giudizio della Lipstadt, costata alla sua casa editrice ben oltre un milione di sterline dell’epoca in onorari e perizie, ha rappresentato non solo un colpo gravissimo alla credibilità personale di Irving, stimato storico militare della seconda guerra mondiale, ma soprattutto al negazionismo in quanto tale. Da allora, gli storici ritenuti negazionisti sono stati colpiti da numerose azioni giudiziarie, subendo frequenti incarcerazioni, ripetute contestazioni e persino attacchi fisici. Negli ultimi vent’anni, molti Paesi hanno via via adottato specifiche norme che puniscono come reato il negazionismo: da ultimo, l’8 giugno 2016, anche l’Italia ha emanato una normativa specifica, con la quale il negazionismo diventa reato.

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