Lo Stato dei Segreti di Stato

Chi avesse avuto modo di seguire la storia d’Italia dal 1943 in avanti, sa bene che tutti i suoi passaggi fondamentali sono contrassegnati da segreti che lo Stato, quello post-fascista come quello antifascista, ha cercato sempre di rendere impenetrabili, ai cittadini in primo luogo.

L’Italia dei Segreti di Stato

Faticosamente, alcuni di questi segreti non sono più tali, per merito di iniziative di singoli coraggiosi studiosi o di testimoni dei fatti: ma lo Stato in quanto tale non ha mai riconosciuto ufficialmente questi risultati, talvolta eclatanti, in quanto appunto evidenziano gravi, dirette responsabilità degli organismi dello Stato stesso in alcuni degli eventi più drammatici e decisivi per la libertà, la sovranità e lo sviluppo civile dell’Italia.

Non vogliamo qui riportarne una lista, che sarebbe assai lunga. Basti citare i segreti apposti in relazione alla strage di Piazza Fontana; al sequestro ed alla morte di Aldo Moro; all’abbattimento del Dc-9 Itavia nel cielo di Ustica; alla strage della stazione di Bologna.

Non ci si obietti che molti documenti sono stati desecretati da qualche anno. Troppo spesso si dimentica infatti che il 12 agosto 1999, il governo presieduto da Massimo D’Alema, ex-comunista poi alfiere dell’alta finanza atlantica, decretava la distruzione di tutti gli atti in possesso dei servizi segreti “non strettamente attinenti alla sicurezza nazionale”.

Sono quindi a dir poco farsesche le dichiarazioni di successivi capi di governo italiani che volevano spettacolarizzare il merito di aver reso pubblici alcuni documenti cui era stato apposto il segreto di Stato: semplicemente, la più parte di quei documenti non esisteva più.

Segreto di Stato sulla pandemia!

In questi giorni, un coraggioso, ampio servizio giornalistico, comparso sul quotidiano Domani, ci informa che la magistratura di Bergamo sarebbe prossima alla chiusura delle indagini sulle responsabilità tecniche e politiche di autorevoli esponenti dello Stato e del governo italiano nella gestione dell’emergenza pandemica: gestione a quanto pare non appropriata, cui potrebbero quindi essere addirittura addebitate centinaia, forse migliaia di vittime fra i nostri concittadini.

Come abbiamo già avuto modo di rilevare su clarissa.it, anche in questo caso, lo Stato italiano ha deciso di apporre il segreto di Stato, rendendo quindi inaccessibili ai media, e quindi ai cittadini, le motivazioni e le modalità con cui sono state assunte decisioni che hanno avuto effetti di portata mai vista sulla vita associata del nostro Paese.

Resta davvero difficile comprendere quali possano essere le ragioni di una simile segretezza, che perdura nonostante i tentativi, anche in sede giudiziaria, di ottenere l’accesso a questi fondamentali documenti: il governo italiano ha difeso con le unghie e coi denti, finora con successo, questi segreti – alimentando di conseguenza il sospetto che vi possano essere verità al momento almeno inconfessabili.

Quanto comincia ora ad emergere dall’inchiesta della magistratura bergamasca contribuisce a rafforzare questi sospetti, dei quali sembra tuttavia che non si occupino né preoccupino né esponenti di governo né i partiti politici che si spartiscono i seggi in Parlamento.

Anche questa è una ben grave costante di questa Repubblica, giacché storicamente le forze politiche, salvo rare eccezioni, hanno sempre evitato di mettere con le spalle al muro quegli esponenti di governo che hanno ottenuto l’apposizione del segreto di Stato. Ci sembra che stia accadendo lo stesso anche adesso.

Verità e legittimità

Negli ultimi due anni, lo Stato ha imposto severe limitazioni della libertà di circolazione, associazione e opinione – senza precedenti nemmeno in epoca di dittatura; nelle prossime settimane, tali limitazioni assumeranno l’aspetto di una vera e propria discriminazione a danno di migliaia, se non di milioni, di cittadini italiani, colpiti per avere esercitato il loro diritto a libere scelte non lesive né della libertà né della integrità fisica altrui: giacché è oramai pacificamente evidente che anche chi ha assunto il vaccino può trasmettere, e trasmette, il virus.

I più alti esponenti del governo e dello Stato italiano hanno pubblicamente giustificato questi provvedimenti con l’unanime consenso delle forze politiche e quindi, a loro avviso, anche del popolo italiano.

Prestino attenzione tuttavia gli uomini dello Stato e del governo al corto circuito che si potrebbe venire a determinare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, qualora dovesse venire infranta l’omertà finora accuratamente custodita intorno alle responsabilità tecnico-politiche di quanto avvenuto a partire dal gennaio 2020.

Qualora, dalle inchieste in atto o da altre autorevoli fonti, dovesse emergere che questo Stato e questa classe dirigente hanno deliberatamente taciuto verità importanti al nostro popolo – la legittimità di questo Stato e di questa classe dirigente subirebbe un colpo durissimo, ben più grave di quanto accadde in occasione dell’esplodere dell’inchiesta di Mani Pulite.

Rammentino politici e uomini dello Stato la reazione che vedemmo allora da parte dei comuni cittadini. Questa volta, riteniamo, questa reazione potrebbe essere comprensibilmente molto ma molto più grave e radicale.

Essa sarebbe del resto ampiamente giustificata.

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