Vaccini: illusioni pericolose?

Abbiamo più volte accennato all’esigenza inderogabile di trasparenza e verità sulla pandemia. In primo luogo per evitare la contrapposizione tra favorevoli e contrari ai vaccini, con le conseguenti pulsioni forcaiole e prevedibili atteggiamenti discriminatori: diritti e libertà scomparirebbero.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che non è stato democraticamente eletto dal popolo, ha avuto il pessimo gusto di preconizzare la morte come sicuro destino di chi non si vaccina.
A parte le pratiche scaramantiche che nel nostro Paese affermazioni del genere provocano giustificatamente nel largo pubblico, crediamo che sia stato un grosso errore mediatico: in primo luogo, sappiamo tutti che la morte è destino comune di tutti gli esseri umani, secondo il poetico insegnamento de ‘a Livella, dell’amatissimo principe Antonio de Curtis. Vaccino o non vaccino, tocca a tutti, prima o poi.
E questa è dunque la prima fake news del nostro Draghi.

Seconda, più grave: parlare del vaccino come di una garanzia di immunità, è davvero un azzardo imperdonabile. Osserva giustamente un medico che, mentre il vaccino antitetanico (ad esempio) assicura qualche anno di immunità, questi sieri sperimentali, se va bene, assicurano una copertura di 6 mesi. Sempre varianti permettendo…

Ingenerare nelle persone vaccinate la sensazione di una sorta di invulnerabilità dal virus è una grossa bugia, dagli effetti potenzialmente micidiali.

Sono vaccinato, posso fare tutto quello che voglio: ma se si dimostrasse che non è così, quale potrebbe essere la reazione di un popolo che viene spinto dai nostri governanti, con le buone e le meno buone, un po’ di tv ed un po’ di minacce di restare senza lavoro, ad una vaccinazione di massa?

Il fatto è che questi sieri sperimentali, presentati come vaccini, non garantiscono affatto l’invulnerabilità.

Siamo drastici nell’affermarlo perché abbiamo letto il solito Jerusalem Post, che smentisce con dati piuttosto netti l’arrogante predica del nostro leader. È una fonte importante, perché, come sapete, lo Stato di Israele ha puntato sulla vaccinazione generalizzata di tutti i cittadini.

Leggiamo cosa scriveva il giornale israeliano lo scorso 21 luglio:

«Secondo il ministero della Salute, circa 143 israeliani sono stati ricoverati in ospedale con COVID-19 a partire da mercoledì alle 12:00. Il 58% di loro era vaccinato, il 39% no e il 3% parzialmente vaccinato, il che significa che avevano preso una dose o non era trascorsa un’intera settimana dalla seconda dose.
(…)
Sebbene il numero di pazienti gravi sia in aumento – con 154 nuovi casi questo mese rispetto ai soli 31 nuovi di maggio e 17 di giugno – lo scorso luglio ci sono stati 972 nuovi casi gravi.
Circa 18.469 israeliani sono stati segnalati in condizioni gravi o critiche dall’inizio della pandemia.
Trenta dei 143 pazienti ricoverati erano in condizioni moderate e 49 in condizioni lievi.
(…)
Quante persone sono morte?  Dall’inizio della crisi del coronavirus, 6.452 israeliani sono morti a causa della malattia. Il mese con più alta mortalità è stato gennaio 2021, quando morirono 1.445 israeliani.
Finora questo mese sono morte 20 persone a causa del virus, rispetto alle nove persone del mese scorso e alle 237 di luglio 2020.
Quindici delle 20 persone morte questo mese erano completamente vaccinate».

Certamente, un campione statistico di 143 persone non è elevatissimo. Nemmeno quello dei 20 deceduti.

Ma, se 15 su 20 dei deceduti erano completamente vaccinati, il presidente Draghi non sa di cosa sta parlando.

Allora, chi sta propalando notizie false? Chi non sta dicendo tutta la verità, nient’altro che la verità?

A questo punto, oltre ai documenti su Alzano e Nembro, vorremmo conoscere dati attendibili su quante persone fra i nuovi ricoveri in Italia erano completamente vaccinate…

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