Alzano e Nembro: cosa nasconde il segreto di Stato?

Chi in questo Paese è ancora abbastanza vecchio per aver seguito la storia delle apposizioni del segreto di Stato non può non aver provato inquietudine leggendo che il Ministero degli Interni lo ha apposto sui documenti riguardanti le stranissime operazioni di invio prima e ritiro poi di contingenti militari in Val Seriana (BG), nel marzo 2020 – proprio dove si sarebbe poi determinato uno dei più gravi focolai di Covid-19.

Documenti che non si devono conoscere

La vicenda è abbastanza semplice: nella primavera 2020 l’agenzia giornalistica AGI chiede al suddetto ministero l’accesso agli atti sulla vicenda, clamorosa allora come ora.

Il 6 novembre, il ministero nega l’acceso “agli atti inerenti l’impiego e il ritiro dei militari nelle zone dei Comuni di Nembro e Alzano” richiamandosi alle “cause di esclusione” previste dalla legge cioè “la sicurezza e l’ordine pubblico”, la “sicurezza nazionale”, “la difesa e le questioni militari”, “la conduzione dei reati e il loro perseguimento”.

Insomma, una gigantesca foglia di fico, quasi che quell’area fosse teatro di una guerra mondiale o di qualcosa di molto simile.

L’AGI si rivolge a questo punto al Tar, e la foglia di fico si rivela subito tale: come riferisce la stessa agenzia, «i giudici Francesco Arzillo e Daniele Bongiovanni, [affermano che] rendere pubbliche le carte non comporterebbe nessun pericolo perché “la richiesta è stata formulata nel settembre 2020 quando la questione della ‘chiusura’ delle aree era superata da tempo”; “si tratta di un’attività di impiego di militari in un ambito toponomastico e temporale circoscritto e non si inquadra in un contesto più ampio finalizzato alle modalità di contrasto al crimine e di tutela della sicurezza pubblica, tanto che una loro divulgazione vanificherebbe la strategia individuata dalle forze di polizia”».

Di conseguenza, ordina entro 30 giorni il rilascio di questi famosi documenti.

Anche la magistratura di Bergamo, come si sa, ha in corso un’approfondita indagine su quanto accaduto: un’indagine della quale si attendono di settimana in settimana i primi rinvii a giudizio. Ebbene, nemmeno questi giudici trovano che, rendendo pubblici quei documenti, vi siano rischi di violazione del segreto istruttorio o di intralcio alle loro delicate indagini.

Nondimeno, il Ministero ricorre al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensione del provvedimento, un nuovo espediente per guadagnare tempo: incredibilmente, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso, per la ragione, a suo dire, che il Tar non avrebbe spiegato bene le ragioni per le quali non vi erano ragioni che impedissero la pubblicazione dei documenti!

Ora, si attende, non si sa per quando, che lo stesso Consiglio di Stato entri nel merito del ricorso del Ministero: ma è altamente improbabile che adotti una posizione diversa dalla sua prima pronuncia favorevole alla sospensiva.

Déja vu

Tutto questo ci ricorda molto d’altro: da Piazza Fontana a Ustica, dal golpe Borghese alla strage di Bologna.

Anche qui parliamo di vittime innocenti, anche qui parliamo di Italiani che si sono fidati dello Stato: perché questo non spiega allora la sua condotta? perché non ne rende conto all’opinione pubblica?

Avendo letto il libro, a dir poco impressionante, del dottor Francesco Zambon, Il Pesce Piccolo, possiamo immaginare almeno in parte i perché: per chi non lo sapesse, il dottor Zambon è il funzionario italiano dell’OMS che ha raccontato le strane pressioni e gli intrecci di reciproci interessi fra OMS e ministri italiani affinché venisse ritirata e cestinata la sua relazione su come l’Italia aveva affrontato la pandemia.

Lo ha fatto in modo talmente piano e chiaro nel suo libro che ci saremmo aspettati i titoli in prima pagina sui grandi media nazionali.

Neanche per idea! Ma su questo clarissa.it tornerà con più calma…

Certo è ora il sospetto che ben altro vi sia oltre a quanto rivelato dal Pesce Piccolo: vi sia cioè qualche Pesce Grosso da proteggere.

Ma che Commissione parlamentare è questa?

Aggiungiamo infine un altro tassello alla maniera, diciamo pure omertosa, con cui l’attuale classe dirigente sta coprendo le proprie responsabilità sui più gravi episodi della pandemia nel nostro Paese.

Già, perché, nelle stesse ore in cui AGI informava l’opinione pubblica della singolare secretazione dei documenti sulla Val Seriana, apprendevamo che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla pandemia nel nostro Paese, grazie ad opportuni emendamenti presentati da astuti parlamentari, ha espressamente escluso dalle proprie attività l’indagine su tutto quel che è accaduto dopo, si noti dopo, il 30 gennaio 2020!

Cioè a dire proprio su come il nostro governo e lo Stato italiano hanno gestito la crisi, una crisi cui si attribuiscono oltre 120mila vittime.

Giustamente le famiglie della Bergamasca si sono espresse tramite i loro portavoce in maniera durissima su questo ennesimo insabbiamento da parte dei cosiddetti rappresentati del popolo.

Noi ci saremmo aspettati di vedere manifestazioni pubbliche con decine di migliaia di Italiani in piazza, come è già successo in Francia.

Invece, tutto tace: le piazze si sono riempite per osannare i nostri calciatori vittoriosi in Inghilterra – poi basta. Tutti a vaccinarsi per potere andare in vacanza, in discoteca e chissà poi dove.

Dopo tanta retorica sulle vittime del Covid; mentre si continua a presentare la corsa ai vaccini come la sola strategia possibile; nonostante centinaia di operatori sanitari vengano dimessi o si stiano dimettendo pur di non fare il vaccino – pensiamo che il nostro popolo abbia quanto meno diritto di sapere cosa veramente è successo in Italia per arrivare a questo stato di emergenza, che viene rinnovato periodicamente come nulla fosse, nonostante i ragguardevoli dubbi sulla sua liceità costituzionale.

La classe dirigente dovrebbe almeno sentire il dovere di spiegare al popolo perché non si vogliono nemmeno mostrare gli atti che documentano le scelte tecnico-politiche adottate da chi ha istituzionalmente la responsabilità di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini.

Non deve essere questa l’ennesima strage impunita. Non deve essere questo l’ennesimo mistero palese della storia della Repubblica.

Ci auguriamo che, davanti ad un tema del genere, si scuota finalmente la coscienza civile del nostro popolo, narcotizzato da un bombardamento mediatico che diffonde la paura per nascondere la verità dei fatti.

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