Riduzione record delle domande di asilo in Europa

Solo 8.730 domande di asilo sono state registrate nell’UE + ad aprile, la più bassa almeno dal 2008, con un massiccio calo dell’87% rispetto ai livelli pre-COVID-19 di gennaio e febbraio.

Nuovo rapporto EASO sui rifugiati in Europa

L’Ufficio europeo di supporto per richiedenti asilo (EASO) ha pubblicato un rapporto speciale che mostra che le restrizioni agli spostamenti dovute al COVID-19 e le misure sanitarie nazionali che sono state imposte negli ultimi mesi hanno portato a un drastico taglio delle richieste di asilo in Europa.

Nonostante le misure di emergenza, in aprile c’erano ancora quasi 10 volte più domande di asilo rispetto ai passaggi di frontiera illegali (900) nell’UE + in aprile. La disparità indica che, nonostante la sospensione temporanea di determinate attività di asilo in molti paesi UE +, alcuni paesi hanno continuato a presentare domande.

Mentre sono state registrate meno domande per tutte le nazionalità, quelle dell’America Latina, in particolare Venezuela e Colombia, che sono diventate tra i principali paesi di provenienza negli ultimi anni, erano quasi trascurabili a causa delle misure di emergenza. Nel caso dei venezuelani, i richiedenti sono scesi da 5.013 a gennaio a 80 in aprile, mentre i colombiani hanno registrato 5.272 domande a gennaio e solo 64 ad aprile.

Il processo decisionale delle autorità competenti in materia di asilo è stato influenzato in misura molto inferiore rispetto alle domande di asilo. Complessivamente nell’UE +, ad aprile sono state emesse circa 35.075 decisioni di primo grado, in calo del 31% rispetto a gennaio, rispetto all’87% in meno delle domande di asilo. Ciò ha portato a una significativa riduzione degli arretrati in alcuni paesi.

Le richieste dovrebbero aumentare lentamente nei prossimi mesi

Man mano che le misure restrittive sugli spostamenti iniziano a diminuire, l’EASO prevede che le domande di asilo inizieranno lentamente ad aumentare. A maggio, le domande di asilo stavano già aumentando, sebbene lentamente.

Non vi è alcuna indicazione che vi sia una minore richiesta di protezione internazionale e, come sottolineato anche dall’EASO a maggio, i paesi UE + dovrebbero essere preparati ad un aumento delle domande di asilo a medio termine, anche a causa delle ripercussioni del COVID-19 sui Paesi a basso reddito.

Situazione globale

Nel suo rapporto, l’EASO avverte anche che due forze diametralmente opposte sembrano essere al lavoro a livello globale: da un lato, gli effetti interconnessi della pandemia, come le economie in corso di contrazione, l’insicurezza alimentare e i disordini sociali, potrebbero provocare spostamenti, compresi quelli delle persone con esigenze di protezione internazionale. D’altro canto, i modelli migratori rimarranno probabilmente fortemente perturbati dalle restrizioni alla mobilità, eventualmente associate ad un maggior controllo digitale.

Insieme, queste due forze sollevano importanti questioni sul numero di persone che potrebbero aver bisogno di protezione internazionale e sulla loro capacità di accedere a tale protezione, indipendentemente dal fatto che ciò avvenga in Europa o altrove.

Fonte: EASO press release, 11 giugno 2020

Print Friendly, PDF & Email