Eurovision 2019, ultimo appello da Gaza

Pubblichiamo l’appello dell’intellettuale palestinese Haidar Eid, comparso sul quotidiano Al Jazeera on line domenica 19 maggio 2019, semplicemente per dare voce anche a coloro che sono stati ignorati nella grande manifestazione canora europea a Tel Aviv.

Gentile Madonna e concorrenti di Eurovision 2019,

finora avete deciso di ignorare diverse richieste di onorare il limite indicato dai Palestinesi. Il 9 maggio, le organizzazioni culturali e gli artisti di Gaza hanno pubblicato un forte richiamo chiedendovi di boicottare la competizione per rispetto per i due bambini e le due donne incinte, insieme ad altri 23 palestinesi, uccisi nell’ultimo attacco di Israele contro la striscia di Gaza.

Oltre ai ripetuti appelli dei palestinesi e del loro movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), decine di migliaia di persone in Europa e in tutto il mondo hanno firmato petizioni che ribadiscono la richiesta di #BoycottEurovision2019 a Tel Aviv e vi hanno chiesto di cessare quelle attività cosiddette culturali che minacciano l’identità delle popolazioni locali e favoriscono regimi di apartheid.

Tutto questo è caduto nel vuoto!

Forse non le interessa, o forse lei ha dato credito alla propaganda di Israele secondo la quale siamo tutti terroristi per cui gli attacchi a Gaza sono operazioni di sicurezza. Alcuni di voi hanno detto di sostenere la pace, ma se lo faceste, non cantereste in Israele.

Lasci che le dica cosa significa davvero sostenere la pace.

Significa affermare che la Palestina è sotto occupazione e che Israele ha violato numerose risoluzioni ONU che chiedono il ritiro delle sue truppe dai territori palestinesi. Significa riconoscere che Israele ed i suoi insediamenti illegali costituiscono un regime di apartheid, nel quale i palestinesi sono segregati, sorvegliati, oppressi e uccisi. Significa riconoscere che Israele è stato edificato su di un territorio la cui popolazione originaria è stata violentemente espulsa ed espropriata per ragioni etniche.

Il luogo in cui lei e gli altri ospiti state cantando, l’Expo di Tel Aviv, è stato costruito sulle rovine del villaggio palestinese Al-Shaykh Muwannis, che, come altri 530 villaggi, sono stati completamente rasi al suolo nel 1948 per far posto ai coloni provenienti da Paesi europei.

Noi, i sei milioni di profughi palestinesi sparsi in tutto il mondo, siamo la prova vivente che la Palestina era una terra fiorente e civilizzata prima dell’arrivo dei sionisti dall’Europa.

Quei pochi palestinesi che sono stati in grado di restare nella loro terra e hanno ricevuto la cittadinanza israeliana, devono affrontare più di 50 leggi discriminatorie che li rendono cittadini senza uguali diritti.

In effetti, l’anno scorso Israele finalmente ha riconosciuto ufficialmente l’apartheid, che aveva imposto per decenni ai non ebrei entro i suoi confini, proclamandosi uno stato ebraico.

Ma, anche prima di questa dichiarazione, i combattenti anti-apartheid, come Nelson Mandela e l’arcivescovo Desmond Tutu, avevano ripetutamente paragonato Israele al Sudafrica, affermando che il parallelismo era ben evidente.

Se l’Europa ha boicottato ed agito contro il regime razzista dell’apartheid in Sud Africa, perché non lo fa ora con Israele? Perché continua a premiare gli autori del crimine più grave contro l’umanità, l’apartheid?

Perché fingete di non vedere la colonizzazione della Palestina? Negli ultimi giorni, lei ha cantato a pochi chilometri di distanza da una vasta rete di infrastrutture segrete e di posti di blocco che permettono a circa 650.000 coloni ebrei di vivere in insediamenti illegali, costruiti sulla terra palestinese, un tempo occupata dal popolo palestinese.

Nel frattempo, i veri proprietari della terra in Cisgiordania non hanno uno stato a loro tutela, nessun diritto alle risorse della terra, compresa l’acqua, nessuna vera libertà di movimento e nessuna prospettiva economica reale di poter vivere una vita dignitosa.

Vicino a dove lei sta cantando, a soli 60 km a sud, c’è anche la mia casa, Gaza, che si trova sottoposta ad un blocco medievale da 12 anni. È stata paragonata ad un campo di concentramento e ad una prigione a cielo aperto, ma direi che è molto peggio. Facciamo fatica a vivere, senza accesso all’acqua pulita e con solo poche ore al giorno di elettricità; i nostri bambini soffrono di malnutrizione ed i nostri malati muoiono a un tasso inimmaginabile per mancanza di farmaci e cure adeguate.

Israele ha intrapreso tre grandi guerre contro di noi negli ultimi 10 anni, uccidendo migliaia di persone nel bombardamento indiscriminato con aerei da combattimento di fabbricazione statunitense.

Dopo ogni conflitto, le organizzazioni internazionali di solito parlano di ricostruzione. Nel nostro caso, non lo fanno. Dopo ogni violento attacco israeliano, non possiamo ricostruire perché mancano materiali da costruzione, risorse di base o forniture elettriche.

Tutto ciò costituisce una “punizione collettiva” e, secondo le Convenzioni di Ginevra, è un crimine di guerra – uno dei tanti commessi quotidianamente da Israele.

Entro il prossimo anno, secondo le Nazioni Unite, Gaza diventerà inabitabile.

Come ci si sente a cantare e a ballare così vicino a tanta miseria e sofferenza umana? A soli 60 km da un luogo che non può più supportare la vita umana, ma che raccoglie circa 2 milioni di persone bloccate dal suo occupante?

Non significa niente per lei?

Con brutale precisione, siamo stati sradicati, umiliati ai posti di blocco, imprigionati senza accuse, cancellato il nostro patrimonio e i nostri siti religiosi, negata la nostra libertà di spostarci e di vedere i membri delle nostre famiglie, senza acqua, senza terre coltivabili e senza mezzi di sostentamento, cancellando in tal modo i nostri sogni di una vita normale.

Per tutto questo tempo, lei ed il resto dell’Europa avete semplicemente osservato senza fare nulla, anche se sono state le potenze europee a rovescaire questa sofferenza su di noi sette decenni fa.

Ma non è troppo tardi. Si può ancora fare qualcosa.

Lei può prendere posizione contro l’apartheid e l’occupazione, può difendere i diritti umani fondamentali e rifiutare di cantare un’altra notte sulle rovine di un villaggio palestinese. Può sostenere uno dei tanti raduni dell’Eurovisione senza apartheid che avvengono in tutta Europa. Puoi sostenere BDS e invitare altri a farlo.

Questo è il nostro ultimo appello.

Ricordi i suoi colleghi della generazione precedente che si sono levati in piedi coraggiosamente contro l’apartheid sudafricana ed hanno sostenuto il movimento di boicottaggio.

Come loro, lei può stare dalla parte giusta della storia e boicottare oggi Israele!

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