La settimana tragica di Buenos Aires, 7-14 gennaio 1919

Dal 7 al 14 gennaio 1919, a Buenos Aires, Argentina, ebbe luogo una devastante sommossa, nota come semana tràgica, duramente repressa, nel corso della quale si verificò anche un pogrom contro ebrei russi immigrati, accusati di essere agenti bolscevichi.

Tutto ebbe inizio con uno sciopero alla fabbrica metallurgica Vesena di Buenos Aires, di proprietà britannica, nella quale erano assai attive, all’interno della Federacion Obrera Regional Argentina (FORA), costituita già da tempo su impulso dell’anarchico italiano Pietro Gori, alcune cellule di anarchici, che mobilitarono i lavoratori con una serie di richieste di miglioramento delle condizioni economiche e di lavoro.

L’agitazione, subito accompagnata da azioni armate contro la polizia, coincise con lo sciopero generale proclamato dai marittimi del porto di Buenos Aires, che avanzavano anch’essi richieste di miglioramenti salariali e gestionali. La paralisi delle attività marittime, cui si unirono anche agitazioni fra i ferrovieri, bloccarono in poche ore i rifornimenti alimentari alla capitale, mentre si diffondevano, forse artatamente, notizie sulla costituzione di un soviet argentino, sul modello di quelli bolscevichi.

Il presidente argentino Yrigoyen, di fronte al protrarsi di scontri armati ed agitazioni di piazza, diede quindi ordine di intervenire anche militarmente con reparti della cavalleria, marines e persino artiglieria da montagna. L’ordine fu rapidamente ristabilito, ad un alto prezzo di vite umane, con stime che vanno dai 100 ai 400 caduti, dai 2000 ai 5000 feriti, oltre a circa 50000 persone arrestate a vario titolo.

L’episodio, localizzato apparentemente così lontano dai principali teatri della Grande Guerra, conferma tuttavia proprio l’impatto sociale di livello mondiale del conflitto e dimostra come il 1919 si aprisse all’insegna di pericoli e possibilità rivoluzionarie, di cui la rivoluzione di Ottobre (1917) aveva dato esempio, ingenerando nei ceti medi il senso dell’incombere del pericolo rosso.

Una condizione che non si manifestava solo nei Paesi più direttamente coinvolti nella guerra: se infatti, ad esempio, la Bulgaria, alleata degli Imperi Centrali, aveva dovuto abbandonare la lotta nel settembre 1918 proprio per le agitazioni sociali che ne avevano spezzato le capacità belliche, cosa che sarebbe accaduta anche in Germania ed Austria – si dimentica spesso che la stessa Svizzera, pur neutrale, poche settimane prima degli avvenimenti argentini, nel dicembre 1918, era stata teatro di gravissime agitazioni, che avevano mobilitato contro il governo oltre 250mila persone, facendo temere addirittura lo scoppio di una guerra civile.

Quasi nelle stesse ore degli avvenimenti di Buenos Aires, del resto, tra il 5 ed il 15 gennaio 1919, scoppia a Berlino l’insurrezione spartachista di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, che verrà duramente repressa, con l’aiuto dei Freikorps che avevano combattuto contro i bolscevichi nell’Est: i due esponenti dell’estrema sinistra tedesca saranno trucidati insieme a numerosi insorti.

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