Un autorevole appello in difesa della medicina omeopatica

Nei primi anni della sua attività, clarissa.it ha ospitato alcuni articoli di medicina, che sono stati tra i più “gettonati” della nostra storia editoriale. Nell’intento di contribuire ad un corretto impiego dell’informazione, riteniamo oggi doveroso pubblicare alcuni stralci dell’autorevole appello rivolto da numerose Associazioni di Medicina Omeopatica italiane in difesa di questa pratica medica, davanti ad una campagna mediatica che ha assunto i toni di una vera e propria crociata contro l’Omeopatia, quasi che solo alcuni scienziati possano vantare il monopolio della verità, cosa che contraddice radicalmente il principio galileiano della libera ricerca scientifica.

Il ruolo dell’Omeopatia nella medicina europea

L’omeopatia è la prima medicina complementare in Europa, è diffusa nel mondo in più di 80 paesi. In Svizzera dal maggio 2017 cinque terapie complementari inclusa l’omeopatia sono equiparate alle altre specialità mediche e sono rimborsate dal sistema assicurativo sanitario.

Il Rapporto Italia 2017 di Eurispes riferisce che la Medicina Integrata è utilizzata da circa 12 milioni di cittadini e che l’omeopatia è la più popolare fra le terapie. Nel 2013 dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA), riferiti a un campione di 1000 donne di età compresa tra i 25 e i 54 anni, affermavano che oltre il 70% aveva avuto un’esperienza positiva con l’omeopatia.

L’ISTAT con i due studi “Tutela della salute e accesso alle cure” (luglio 2014) e “Cura e ricorso ai servizi sanitari” (aprile 2015) ha riportato che in Italia utilizzano regolarmente farmaci omeopatici circa 2 milioni e 452 mila di persone (circa 4,1% della popolazione), posizionando gli Italiani al terzo posto in Europa dopo Francia e Germania.

Secondo un’indagine della Federazione Medici Pediatri (Fimp 2016) condotta su 5.400 pediatri aderenti alla Federazione, quasi tutti convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, il 30% dichiara di ricorrere all’omeopatia; di questi il 36% lo fa quotidianamente.

Rassegna delle evidenze scientifiche

Molte ricerche scientifiche, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno indagato il meccanismo d’azione del medicinale omeopatico e la sua efficacia in diverse condizioni cliniche. Su PubMed, la principale banca dati internazionale medico-scientifica, vi sono ad oggi circa 5700 articoli sull’omeopatia. Iris Bell, professore emerito di Family e Community medicine all’Università dell’Arizona, ha recentemente pubblicato sul sito dell’American Institute of Homeopathy Homeopathy Research Evidence Base, che raccoglie circa 6000 evidenze sull’omeopatia.

Fino alla fine del 2014 sono stati pubblicati 189 RCT peer reviewed in omeopatia. Di questi, 104 erano contro placebo in 61 diverse condizioni cliniche. Di questi 104 RCT, 43% hanno avuto risultati positivi, 56% non conclusivi e 5% negativi (dati presenti su https://facultyofhomeopathy.org/research/).

Una relazione su efficacia, costo-beneficio e appropriatezza dell’omeopatia dell’Ufficio federale di salute svizzero, all’interno del Programma di valutazione della medicina complementare (PEK), ha riportato risultati positivi per l’omeopatia in 29 studi riguardanti allergie e infezioni delle alte vie respiratorie.

A tutt’oggi, sulla base di un database tutto italiano, risultano pubblicati ed indicizzati:
– 95 revisioni sistematiche qualitative
– 25 revisioni sistematiche quantitative con metanalisi
– 243 RCTs (studi randomizzati controllati)
– 96 studi di Ricerca in Agro-Omeopatia
– 148 studi di Ricerca Fisico-Chimica
– 208 studi di Ricerca di Base (pre-clinica)
– 106 studi di Ricerca Veterinaria
– 123 studi osservazionali

Potete leggere qui il testo integrale dell’appello.

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