Le guerre silenziose del Medio Oriente

Lo scorso 4 settembre, alti ufficiali dell’esercito israeliano hanno tenuto una conferenza stampa che ha avuto pochissima eco sulla stampa italiana.
In questo incontro, infatti, i militari israeliani hanno dichiarato di avere attaccato e colpito 202 obiettivi iraniani in Siria negli ultimi due anni, utilizzando oltre 800 tra bombe e missili per colpirli: i militari hanno precisato in questa occasione che gli obiettivi erano principalmente depositi di armi, basi ed infrastrutture militari, che in diversi casi gli iraniani sarebbero poi stati costretti ad abbandonare.
Una dichiarazione senza precedenti, che dimostra lo stato di guerra di fatto esistente in Medio Oriente tra Israele e Iran su territorio siriano, nonostante la presenza militare della Russia e degli Stati Uniti nella regione.
Lo scorso 17 settembre, poi, un Ilyushin Il-20 russo è stato abbattuto dai missili della contraerea siriana, nei pressi di Latakia, sulla quale era in corso un’ennesima azione aerea israeliana. L’abbattimento, che ha causato la morte di 15 militari russi, ha provocato durissime proteste del governo russo, il quale ha dichiarato di ritenere che le forze israeliane hanno fatto ricorso a sistemi di guerra elettronica che hanno utilizzato il velivolo russo come “scudo” per coprire la rotta di rientro dei cacciabombardieri israeliani.
In particolare i russi sostengono che, 19 minuti dopo l’attacco su Latakia, uno dei velivoli da combattimento israeliani nella rotta di rientro si sarebbe pericolosamente avvicinato all’Ilyushin, inducendo la difesa antiaerea siriana a identificarlo erroneamente come nemico. Un’ipotesi questa che è stata ovviamente smentita dai responsabili dell’aviazione della stella di David, i quali hanno ribadito l’alto livello di attenzione che prestano a non colpire forze russe.
Il fatto tuttavia che questo evento si sia prodotto proprio quando la Russia ha da poco annunciato la propria intenzione di dotare l’alleato siriano del sistema missilistico anti-aereo S-300, potrebbe far pensare ad un vero e proprio “avvertimento” di Israele.
Del resto, il portavoce israeliano ha comunque lapidariamente concluso la propria ricostruzione dell’evento ribadendo che “IDF [forze armate israeliane] continuerà ad agire in accordo con le direttive di livello politico, in presenza di crescenti tentativi iraniani di stabilirsi in Siria e di armare Hezbollah con armamenti sempre più precisi e letali”.
La silenziosa guerra, dunque, è destinata a continuare, grazie al sostegno Usa ad Israele ed all’indifferenza dell’Europa. Il fatto che alti ufficiali israeliani ne abbiano dato notizia pubblicamente può essere anche inteso come il preannuncio di possibili escalation.

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