1996-2016. Il costo umano della politica Usa in Medio Oriente

12 maggio 1996
 
Nel corso di un confronto televisivo nella trasmissione 60 Minutes, la giornalista americana Lesley Stahl, riferendosi all’embargo imposto all’Iraq dagli Usa dopo la prima guerra del Golfo del 1991, chiede a Madeleine Albright, all’epoca ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Onu:
"Ho sentito dire che sono morti più di mezzo milione di bambini. Intendo dire che è un numero che supera quello dei bambini morti a Hiroshima. E, secondo lei, valeva questo prezzo?".
Madeleine Albright: "Penso che sia una scelta molto difficile, ma il prezzo… noi riteniamo che valesse questo prezzo".
Le stime delle vittime civili in Iraq dal primo intervento occidentale del 1991 ad oggi variano moltissimo, secondo il periodo preso in considerazione, le fonti utilizzate ed i criteri statistici adottati.
Secondo il progetto di ricerca Iraq Body Count, si sarebbero registrate 6.115 vittime civili nel 2015, ed oltre 20.000 nel 2014: in questa cifra non sono compresi ovviamente i combattenti caduti, altro che se uccisi in esecuzioni sommarie.
Venti anni dopo, mentre ancora migliaia di civili muoiono ogni anno in Iraq, la dichiarazione dell’Albright resta dunque scolpita come la più diretta testimonianza di quanto le finalità strategiche dei "liberatori" occidentali fossero ben diverse da quelle ufficialmente proclamate.
La disintegrazione di numerosi Stati mediorientali, l’eliminazione dei regimi nazionalisti e laici, la mancata soluzione del problema palestinese sono i risultati di una politica che, a parere di una delle più autorevoli responsabili della politica estera nordamericana, valeva il prezzo di centinaia di migliaia di vite innocenti.

 

Nota per il lettore:

Ricorrono nel 2016 i primi venti anni di attività del CLAR. La redazione di clarissa.it per celebrare questa ricorrenza non farà un bilancio del lavoro non sempre facile compiuto dalla nostra Associazione in questo ventennio, lavoro i cui risultati sono facilmente verificabili da chiunque.
Abbiamo pensato invece di utilizzare questa occasione per confrontare, collegare, correlare le tracce degli avvenimenti più significativi di venti anni fa con le situazioni odierne, in modo che il lettore potrà poi liberamente sviluppare le proprie considerazioni – come è nello stile di clarissa.it: fornire alle persone gli strumenti per un libero e autonomo lavoro di analisi e ricerca, finalità da sempre del CLAR.

 

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