Tra venerdì e sabato inizia l’attacco anglo-americano alla Siria?

Secondo fonti israeliane, gli Stati Uniti hanno programmato l’inizio dell’attacco aereo alla Siria per la notte fra venerdì 30 e sabato 31 agosto prossimi.
I preparativi comprendono anche il rafforzamento, effettuato nelle ultime ventiquattro ore, delle forze aeree dislocate nella base americana di Al Udeid nel Qatar, dove sarebbero stati posizionati bombardieri B-1 e cacciabombardieri "invisibili" F-22 Raptor, provenienti dalla base aerea di Masirah nell’Oman e dalla grande base aero-navale di Diego Garcia nell’Oceano Indiano.
Significativamente, queste forze non sono destinate all’attacco contro la Siria, che, più probabilmente, scatterà dalle unità navali che stazionano da alcuni giorni nel Mediterraneo orientale e dalle basi saudite e giordane: questi velivoli sono pronti per non meglio specificate complicazioni che si potrebbero produrre nel corso delle operazioni contro la Siria.
A nostro avviso, il rafforzamento descritto potrebbe costituire una forza di intervento aereo non solo a copertura di Israele, Turchia e Giordania, ma, assai più probabilmente, è rivolto contro eventuali reazioni o coinvolgimenti dell’Iran, che offrirebbero agli Usa ed a Israele un’ottima occasione per colpire i siti "nucleari" del paese.
Si tratta quindi di un elemento di ulteriore preoccupazione, rispetto al possibile allargamento delle operazioni Usa in Medio Oriente, che aprirebbe la via ad un conflitto di maggiori proporzioni.
La certezza dell’imminenza di un attacco contro la Siria viene anche dai primi provvedimenti presi da Israele, che ha ordinato una parziale mobilitazione delle proprie forze, in particolare difesa aerea e anti-missile, intelligence e difesa civile, iniziata con la massiccia distribuzione di maschere anti-gas, con evidenti effetti anche di natura psicologica sulla popolazione.
Per parte sua, pare che la Siria, consigliata anche dal personale militare russo, stia disperdendo in rifugi protetti le proprie forze aeree, unità di élite come la 4a armata e le divisioni della guardia repubblicana, adottando quindi una strategia di difesa passiva, senza che perciò si debba escludere la possibilità di impiego di armi anti-aeree di fabbricazione russa.
Interessante sarebbe conoscere, in questo contesto, che valore abbiano le ripetute affermazioni dei politici italiani circa la non partecipazione alle attività militari degli alleati, tenuto conto del fatto che le principali basi Usa in Italia, anche a seguito di protocolli di intesa tuttora coperti da segreto militare, operano in condizioni di sostanziale extra-territorialità. Per questo, il fatto che l’Italia voglia restare al di fuori di questa nuova, pericolosa dimostrazione di forza occidentale, non esclude affatto che gli alleati utilizzino invece intensivamente il nostro paese come linea logistica essenziale per alimentare il loro sforzo offensivo.
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