Batterie anti-missili israeliane e crisi nel Vicino Oriente

La grave instabilità in Egitto è leggibile anche attraverso i provvedimenti militari di Israele. Ai primi del mese di luglio i residenti israeliani di Eilat, città portuale sul Mar Rosso, hanno riferito di aver udito esplosioni nell’area, senza che però sia stato possibile indicarne l’origine e gli effetti; subito dopo, un gruppo islamista denominato Ansar Beit el-Maquedes ha dichiarato di avere lanciato dei razzi contro la città, razzi dei quali per altro non si è trovata traccia.
In seguito a questi strani episodi, lo Stato ebraico ha autorizzato l’esercito egiziano ad accrescere il proprio dispositivo militare nel Sinai di due battaglioni di fanteria, posizionati ad El-Arisch e a Sharm el-Sheikh, in vista di possibili operazioni anti-terrorismo.
Subito dopo, le forze armate israeliane hanno deciso di schierare una batteria del sistema anti-missile Iron Dome a protezione di Eilat.
Oramai questo sistema d’arma, costruito grazie a cospicui finanziamenti americani ed all’elevato livello tecnico dell’industria degli armamenti israeliana, è presente non più solo sul confine con la Striscia di Gaza, ma anche in diverse altre località del paese.
A maggio, dopo che l’attacco israeliano contro installazioni e convogli militari in Siria aveva colpito Damasco, Israele ha schierato due batterie Iron Dome nei pressi di Haifa e Safed.
Alla fine di giugno, poi, un’altra batteria è stata dislocata a nord di Haifa, facendo seguito alle dichiarazioni del capo di stato maggiore israeliano gen. Benny Gantz e del ministro della difesa Moshe Ya’lon sulla minaccia rappresentata da Hezbollah e dalla Siria.
Nelle ultime settimane, infine, un numero imprecisato ma sicuramente consistente di batterie Iron Dome sono stati poi posizionate nel nord dello Stato ebraico, nel corso di un’esercitazione congiunta delle forze armate israeliane, un’evidente presa di posizione politico-militare rispetto al progressivo estendersi della crisi siriana al vicino Libano.
Iron Dome, quindi, disegna la mappa del rafforzamento militare israeliano, nel momento in cui lo Stato ebraico gode già di un rapporto di forze sempre più favorevole rispetto ai paesi vicini, Egitto, Siria e Libano, che stanno sempre più subendo gli effetti di una crisi sistemica da cui Israele non può trarre che vantaggi in termini di egemonia nella regione mediorientale.
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