Nuovo attacco israeliano in Siria

Un nuovo attacco aereo è stato condotto dall’aviazione militare israeliana lo scorso venerdì, dopo l’incursione già realizzata lo scorso gennaio.
La sera precedente, il primo ministro Netanyahu, in una sessione segreta, avrebbe autorizzato l’operazione rivolta a distruggere armi considerate in grado di "modificare il gioco", come ha dichiarato un ufficiale israeliano, secondo il quale esse erano dirette alle forze di Hezbollah in Libano, senza però che sia stata finora precista la localizzazione precisa dell’attacco.
Sempre secondo fonti israeliane, riprese anche dalla stampa americana, non sarebbe stato necessario agli aerei di Israele la violazione dello spazio aereo siriano, anche se CNN riporta che i velivoli avrebbero lanciato i loro missili sorvolando il Libano, e quindi violandone lo spazio aereo.
Israele riafferma in questo modo il proprio diritto, pubblicamente ribadito senza che la comunità internazionale abbia sollevato fino ad oggi alcuna obiezione, ad intervenire nel conflitto siriano qualora ritenga minacciata la propria sicurezza, in particolare nel caso in cui vi siano rifornimenti di armi a Hezbollah.
L’azione militare contro la Siria fa seguito anche ad una nuova incursione mirata israeliana a Gaza, dopo mesi di calma apparente, che ha portato all’uccisione di un esponente palestinese di 29 anni e dopo esercitazioni aeree nello spazio aereo di Gaza, apparentemente destinate a simulare attacchi contro obiettivi navali.
In tal modo, aumentano anche le probabilità di una ulteriore internazionalizzazione della sanguinosa crisi siriana e, più in generale, di una nuova vampata di guerra in Medio Oriente.
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