Al Qaeda sul confine fra Siria, Israele e Giordania?

L’agenzia israeliana on line Debka, molto vicina agli ambienti militari e dell’intelligence, ha reso noto che lunedì scorso, la brigata Al Musanna dell’organizzazione qaedista Jabhat al-Nustra si sarebbe impadronita di posizioni in un’area di straordinaria importanza strategica, all’intersezione del confine siriano con quelli di Israele e Giordania.
Contingenti armati della stessa organizzazione avrebbero ottenuto il controllo anche della località di Wadi ar-Raqqad, sul confine orientale del Golan, una delle sorgenti da cui l’acqua giunge in Israele. Secondo Debka, in questo modo i jihadisti si troverebbero ora a fronteggiare direttamente ben quattordici insediamenti ebraici del Golan, alla distanza di 5-6 chilometri da uno dei più antichi kibbutz israeliani, quello di Ein Gev, che si trova sulle sponde del Mar di Galilea.
Sempre secondo la stessa fonte, inoltre, Al Qaeda si starebbe predisponendo a inviare dall’Iraq in Siria camion contenenti gas da utilizzare contro le forze di Assad.
Queste informazioni, oltre a confermare l’estrema attenzione che lo Stato ebraico sta prestando al progressivo aggravarsi ed estendersi del conflitto in Siria, vanno tenute in considerazione alla luce delle ripetute dichiarazioni del governo israeliano in merito al fatto che Israele non tollererà che armi di distruzioni di massa passino nelle mani di Hezbollah o di altre organizzazioni estremiste islamiche: affermazioni suffragate dai fatti, come è stato dimostrato dall’attacco aereo "preventivo" condotto da velivoli militari israeliani lo scorso mese, contro obiettivi mai precisati a nord di Damasco, alla fine di gennaio.
Nel frattempo, Israele sta costruendo una barriera protettiva sul Golan, in previsione di un cambio di regime che non viene dato comunque per immediato: ieri il gen. Yair Golan, comandante del settore settentrionale del sistema difensivo israeliano, ha affermato che Israele intende creare in quel caso una "zona cuscinetto" sul versante siriano delle linee armistiziali del 1974, il che presuppone che lo Stato ebraico abbia già trovato, forse grazie ai rapporti con la Turchia in rapido miglioramento, interlocutori sensibili tra le forze che si oppongono ad Assad in Siria.
Print Friendly, PDF & Email