Lo sviluppo infrastrutturale nell’agenda politica di Chavez

Alle porte delle elezioni venezuelane (1 ottobre 2012), la campagna elettorale entra nel vivo. Chavez, presidente uscente – e a detta dei sondaggi non propriamente uscente ma saldo al comando del Paese – proclama quelli che sono gli obbiettivi della prossima legislatura. Un piano di attivazione e sviluppo infrastrutturale appaiono all’ordine del giorno per Chavez: L’ammodernamento del porto di La Guaira e dell’aeroporto di Maiquetia, la costruzione di una linea ferroviaria e l’ampliamento di una funivia sono alcuni dei progetti annunciati dal presidente.
Tali iniziative hanno due risvolti pratici:
– un rilancio dell’occupazione evadendo parzialmente dalle politiche assistenzialiste poco affini ad una programmazione di sviluppo economico di medio-lungo periodo;
– palesano la volontà di Chavez di implementare le potenzialità dell’economia venezuelana in ottica Mercosur. Infatti l’ingresso di Caracas nell’organizzazione internazionale latinoamericana apre interessanti risvolti commerciali fondamentali per lo stesso sviluppo interno.
Possiamo affermare che il socialismo populista indio chavista studia per diventare grande e affiancare Argentina e Brasile nella leadership dell’intero sub continente. Ed è proprio l’economia a rappresentare la chiave di tale scalata nelle gerarchie regionali. Fino ad ora, la semplice sovranità su importantissime riserve petrolifere, non ha rappresentato per Caracas un riposizionamento nelle gerarchie regionali. Il peso politico internazionale è stato sostenuto, sino ad ora, dall’ideologia bolivarista del suo presidente ma non è tuttavia sufficiente per legittimare la propria aspirazione a potenza regionale. Chavez sembra aver intuito che la strada da percorrere deve fondarsi su una differenziazione produttiva a sostegno di uno sviluppo sostenibile di medio-lungo periodo.
Il Mercosur è un importante stimolo all’implementazione del sistema produttivo interno e le elezioni – salvo colpi di scena poco democratici – non sembrano rappresentare un ostacolo a tali obbiettivi.
Intanto l’opposizione latita, priva di un sostegno popolare che invece rappresenta le solide fondamenta del movimento chavista, e volge il suo sguardo a Washington speranzosa di un "aiutino" determinante per una controrivoluzione liberista.
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